08/06/2004, 00.00
IRAQ - ITALIA
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"Grande gioia e sollievo. Spero che la pagina dei sequestri sia chiusa"

di Pierre Balanian

Intervista esclusiva allo sceicco Al-Shammari, leader religioso sunnita

Baghdad (AsiaNews) - L'imam sunnita lo sceicco Ahmad El-Shammari è parente del nuovo presidente iracheno. Leader religioso moderato e molto attivo nel dialogo inter-religioso islamico-cristiano,  spera che la pagina dei sequestri e dei rapimenti di stranieri in Iraq sia "definitivamente chiusa". Negli ultimi due mesi egli è stato uno dei mediatori più attivi del Consiglio degli Ulema Islamici  e ha varie volte condannato il sequestro degli innocenti: "Sono felice per questa bella notizia che corona un impegno fatto da molti di noi". Egli ha raccontato ad AsiaNews dei contatti allacciati a favore degli ostaggi con la partecipazione del vescovo caldeo cattolico di Baghdad Shlemon Warduni. Dello stesso clan del primo presidente post-Saddam, lo sceicco Ahmad trova che l'unica via per sradicare l'odio "nei confronti degli occidentali sta nel migliorare le condizioni di vita degli iracheni". Non ci saranno più sequestratori "se spariranno le cause che hanno portato al rapimento e al sequestro degli ostaggi" dice ed afferma che i rapitori "non erano dei veri credenti" perché non hanno ascoltato le richieste delle personalità religiose.

Eccellenza, lei è stato una delle parti interessate al rilascio degli ostaggi italiani, come ha accolto oggi,  la notizia della loro liberazione?

Con grande gioia e sollievo. Ho partecipato insieme al vescovo cattolico iracheno Shlemon Warduni e ad altre personalità religiose, agli sforzi per il loro rilascio ed ho varie volte condannato questa pratica. Avevo personalmente contattato il clan dei Zauba'a ( tribù sunnita del centro sud-iracheno nota come zona del triangolo sunnita N.d.r.-) molto potente e influente a Ramadi e Falluja.   Anche il Consiglio degli Ulema Islamici (C.U.I.) aveva rivolto degli appelli ripetuti ed insistenti fra i quali l'appello di Muthana Hareth Al-Dari, (membro del C.U.I. N.d.r-). Oggi posso ritenere che i sequestratori non erano dei veri musulmani: i movimenti sunniti seguono i dettami dei religiosi. Questi non hanno rispettato le nostre richieste perché non erano dei veri credenti. Comunque sono molto felice per questa bella notizia che corona un impegno fatto da molti di noi.

Infatti si è trattato di una liberazione e non di un rilascio

Non posso dire con precisione che cosa sia avvenuto. Due giorni fa, il 6 giugno, mi trovavo a pranzo dal capo tribù del clan dei Zauba'a il quale mi ha assicurato che il caso era chiuso e che gli ostaggi sarebbero stati consegnati e che era una questione di ore. Io ho subito telefonato al vescovo cattolico Shlimon Warduni e gli ho dato la notizia dicendogli di stare tranquillo che il caso degli ostaggi era risolto e di contattare ed informare del fatto anche il Nunzio apostolico .

La pratica dei rapimenti secondo lei proseguirà?

Abbiamo a lungo dibattuto questa questione nelle nostre riunioni al Consiglio Degli Ulema Islamici. Bisogna al più presto adottare un programma economico valido che permetta la ricostruzione dell'Iraq. Va combattuta la disoccupazione e vanno ripristinate le infrastrutture. Una vita più normale e più sicura farà scemare l'odio nei confronti degli americani, l'unico modo  sta nel migliorare le condizioni di vita degli iracheni. La gente è scoraggiata ed insicura, stanca dei tanti problemi, demoralizzata. Gli errori passati degli americani hanno causato degli errori anche da parte irachena. Se spariranno le cause scompariranno anche le reazioni che hanno portato al rapimento e al sequestro degli ostaggi Io ho chiesto alla gente di Falluja il motivo per il quale hanno fatto ricorso a queste pratiche. Mi hanno risposto con un proverbio iracheno "colui che annega si aggrappa anche ad un serpente" nel senso che è disposto a tutto.

Lei fa parte del clan del nuovo presidente Al-Yawar, che cosa pensa del governo transitorio?

Siamo pieni di fiducia e di speranza. Il nostro paese è molto debole ha bisogno di rimettersi in piedi. Occorre ricostruire tutto e bisogna avere pazienza ed agire senza scoraggiarsi.

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