03/03/2021, 15.11
HONG KONG-CINA
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Hong Kong: processo ai 47 democratici è la fine del pluralismo politico

Ernest Ng, esperto in politiche pubbliche: Si vogliono colpire anche i leader moderati del fronte democratico. Pechino sta assumendo il controllo degli affari cittadini. Udienza dei 47 attivisti aggiornato a domani. Violata la Convenzione Ilo sulle libertà sindacali. Attesa revisione “restrittiva” della legge elettorale.

Hong Kong (AsiaNews) – Il pluralismo politico non è più tollerato a Hong Kong. È il pensiero di Ernest Ng, ricercatore esperto in politiche pubbliche, riguardo al mega-processo in corso alla Corte di West Kowloon che vede imputate 47 personalità democratiche per violazione della legge sulla sicurezza nazionale. Il fatto grave, egli ha dichiarato ad AsiaNews, è che “diversi accusati appartengono al Partito democratico e al Partito civico. Non sono né radicali né indipendentisti, ma moderati del fronte pro-democrazia”.

Il giudice Victor So ha aggiornato a domani l’udienza per valutare le richieste di libertà su cauzione presentate dai legali degli imputati. Il procedimento si protrae da tre giorni. I 47 esponenti democratici – parte di un gruppo di 53 persone arrestate una prima volta in gennaio – sono accusati di aver “cospirato per commettere atti sovversivi”. Essi sarebbero colpevoli di aver organizzato o preso parte in luglio a elezioni primarie per selezionare i candidati pro-democrazia alle parlamentari di settembre (poi rinviate). Secondo le autorità, se i democratici concorrono alle elezioni per ottenere la maggioranza al Legco (il Parlamento locale) compiono un reato.

Gli avvocati difensori hanno denunciato il trattamento subito dai loro clienti dal momento del loro arresto il 28 febbraio. Il prolungarsi dell’udienza, con l’impossibilità di riposarsi e lavarsi, ha sfinito molti degli imputati: quattro di loro sono stati trasportati in ospedale dopo essere svenuti. La difesa ha chiesto anche che sia permesso ai giornalisti di assistere alla seduta, in modo da informare il pubblico su come vengono gestiti i casi di sicurezza nazionale.

Pechino sta assumendo il controllo degli affari cittadini, spiega Ernest Ng. Con la nuova legge, “le autorità cittadine e quelle centrali hanno ampi margini d’interpretazione per configurare un’attività come una sfida alla sicurezza nazionale”.

Tra i 47 fermati vi sono anche due leader sindacali: Carol Ng, a capo della Hong Kong Confederation of Trade Unions, e Winnie Yu, presidente dell’Alleanza dei lavoratori ospedalieri. Il loro arresto, fa notare il China Labour Bulletin, è contrario alla Convenzione Ilo (Organizzazione internazionale del lavoro) sulla libertà di associazione sindacale, che il governo cinese non ha ancora ratificato. È da ricordare che l’Unione europea vincola l’entrata in vigore del recente accordo sugli investimenti con la Cina all’impegno di Pechino ad applicare in modo effettivo le convenzioni Ilo che ha già sottoscritto, e a “lavorare alla ratifica” di tutte le altre.

L’impressione di molti osservatori è che il campo pro-Pechino voglia eliminare una volta per tutte l’opposizione democratica. Secondo calcoli della Hong Kong Free Press, in febbraio le autorità hanno incriminato in base alle legge sulla sicurezza più cittadini che nei sette mesi precedenti.

Per il movimento democratico è in arrivo un ulteriore colpo. L’Assemblea nazionale del popolo, che si apre il 5 marzo, dovrebbe varare una riforma “restrittiva” del sistema elettorale di Hong Kong, che già ora non rispetta i canoni di una democrazia compiuta, favorendo le forze pro-establishment.

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