22/02/2007, 00.00
RUSSIA – VATICANO
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Il 13 marzo Putin dal Papa

Sarà la prima volta del presidente russo con Benedetto XVI, dopo i due incontri che ha avuto con Giovanni Paolo II, che non invitò a Mosca. Con l’attuale pontificato sono migliorati i rapporti tra Chiesa cattolica e Patriarcato ortodosso.

Roma (AsiaNews) – Il pomeriggio del 13 marzo il presidente russo Vladimir Putin sarà ricevuto da Benedetto XVI. La notizia non è stata diffusa da fonti ufficiali né in Vaticano, né a Mosca.

Sarà la prima volta di Putin con Benedetto XVI, la terza del presidente russo in Vaticano, dove nel 2000 e nel 2003 fu ricevuto da Giovanni Paolo II. In entrambe le occasioni, a differenza dei suoi predecessori Gorbaciov ed Eltsin, Putin non rivolse al Papa l’invito a recarsi a Mosca. Il comportamento che ora il presidente russo avrà con Benedetto XVI -dipenderà dalla valutazione che i russi fanno del miglioramento dei rapporti tra cattolici ed ortodossi del Patriarcato di Mosca, vero ostacolo alla possibilità di una visita papale.

In proposito, voci di ambiente ortodosso, non confermate, sostengono che si era ipotizzata la possibilità che un esponente del Patriarcato facesse parte del seguito di Putin. Secondo tali fonti, la visita è un segnale del cambiamento positivo dei rapporti tra Roma e Mosca, anche se non è previsto l'invito al Papa.

Nei due anni, scarsi, trascorsi dall’inizio del pontificato di Benedetto XVI, c’è stato un rasserenamento di rapporti tra Patriarcato di Mosca e Vaticano, decisamente freddi negli ultimi anni di papa Wojtyla, a causa soprattutto dell’accusa di proselitismo che gli ortodossi russi lanciavano – e in parte lanciano ancora - contro i cattolici. Effetto della tensione con il Patriarcato fu ritenuta, in Vaticano, anche la legislazione in tema di libertà religiosa: una legge emanata da Gorbaciov nel 1990 aveva concretamente dato libertà di azione a tutti i gruppi religiosi; una successiva del 1997, con la distinzione tra religioni “tradizionali” e non ha di fato tentato di bloccare l’azione dei gruppi “non tradizionali”, nei quali è stata inclusa la Chiesa cattolica che pur esisteva già ai tempi degli zar. Ad aggravare la situazione sono poi intervenuti le autorità locali, spesso particolarmente sensibili alle pressioni degli ortodossi del luogo. Una serie di visti non rinnovati a sacerdoti cattolici da molti anni operanti in Russia segnò, nel 2002, il massimo della tensione.

Putin, uno dei pochi capi di Stato a non essere presente ai funerali di Giovanni Paolo II, nel messaggio augurale a Benedetto XVI per l’inizio del pontificato esprimeva la volontà di “portare avanti un dialogo politico costruttivo” con il Vaticano.

Da allora sono innegabili timidi segnali di disgelo tra Roma e il Patriarcato. Se ne vedrà la portata nel comportamento di Putin, che è stato battezzato ortodosso, e che in passato si è detto uomo di mediazione tra le Chiese. (FP)

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