28/06/2007, 00.00
CINA - VATICANO
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Il Fronte Unito raduna i vescovi ufficiali per istruirli sulla Lettera del papa

Si teme una campagna contro il papa come quella del 2000, alle canonizzazioni dei martiri cinesi. Secondo alcuni sacerdoti questo è l’ennesimo tentativo di dividere la ritrovata unità dei vescovi cinesi col papa.

Roma (AsiaNews) – Da stamane i vescovi della Chiesa ufficiale cinese sono riuniti a Huairou, 50 km a nord est di Pechino, “invitati” per una sessione politica del Fronte Unito. A tema vi è il modo in cui “rispondere” alla Lettera del papa ai cattolici cinesi, di imminente pubblicazione.

Il Fronte Unito è un organismo statale che sotto il controllo del Partito comunista, attua a livello nazionale e provinciale le direttive politiche sulle religioni.

Fonti di AsiaNews in Cina temono che il Fronte unito obblighi i vescovi a prendere le distanze dal messaggio di Benedetto XVI, costringendoli a dichiarazioni pubbliche elogiative della politica religiosa del Partito e rivendicando un’indipendenza di attuazione delle direttive papali.

Lo scorso gennaio, dopo un incontro in Vaticano con cardinali, vescovi e membri della segreteria di stato, Benedetto XVI ha annunciato che avrebbe scritto un Lettera ai cattolici cinesi. Secondo indiscrezioni, l’ edizione in cinese della lettera è stata firmata il 27  maggio, solennità di Pentecoste. Il messaggio rilegge gli ultimi decenni della vita della Chiesa in Cina, caratterizzata da una forte persecuzione ma anche da una forte fedeltà dei cattolici al papa, sia nella Chiesa sotterranea, non riconosciuta dal governo, sia in quella ufficiale, riconosciuta dal governo e insidiata dall’Associazione Patriottica, l’organismo del Partito che vuole costituire una chiesa indipendente da Roma.

La lettera del pontefice celebra l’unità fra Chiesa sotterranea e ufficiale e sottolinea la necessità che in Cina vi sia una piena libertà religiosa.

Negli ultimi mesi, l’Ap ha tentato in molti modi di scardinare l’unità della Chiesa in Cina, ordinando in modo illecito alcuni vescovi e arrestando alcuni pastori della Chiesa sotterranea. L’ultimo tentativo di mettere in crisi l’unità dei pastori cinesi con il papa è di questi giorni: un “invito” ai vescovi di recarsi a Pechino per celebrare i 50 anni dell’Ap e i 10 anni dalla morte del defunto presidente dell’Associazione, il vescovo patriottico Zhong Huaide, morto il 27 giugno 1997.

A queste celebrazioni patriottiche si è aggiunta la sessione politica di 2 giorni (28 e 29 giugno) sotto la leadership del Fronte unito a Huairou.

Secondo alcuni sacerdoti della capitale, la riunione è l’ennesimo tentativo di sottrarre i vescovi cinesi dalla loro unità con il papa, rivendicando il controllo su di essi da parte del Fronte Unito e dell’Ap.

Per altri, la situazione ricorda da vicino quanto è avvenuto a proposito della canonizzazione dei martiri cinesi il 1° ottobre del 2000. A qualche mese dalla canonizzazione voluta da Giovani Paolo II, e davanti alla grande unità dimostrata dai vescovi ufficiali e sotterranei, l’Ap ha cominciato ad arrestare vescovi sotterranei e a richiamare all’ordine i vescovi ufficiali, costringendoli a sottoscrivere un documento critico verso il papa e le canonizzazioni, obbligandoli a leggere il documento in tutte le chiese e a fare dichiarazioni pubbliche sui giornali e alla televisione contro il papa.

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