16/10/2009, 00.00
VATICANO-INDIA
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Il Vaticano propone agli indù un impegno comune per lo sviluppo umano integrale

Nel messaggio del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso in occasione della festa del Diwali si afferma che un vero sviluppo umano si realizza nel rispetto della libertà di ognuno, che comprende la volontà politica di lavorare per garantrie una maggiore tutela dei diritti umani e una coesistenza pacifica.
Città del Vaticano (AsiaNews) – Lo sviluppo umano integrale,”impegno” di indù e cristiani è raggiungibile solo assumendosi la responsabilità gli uni degli altri e implica il riconoscimento delle libertà dell’altro – di coscienza, di pensiero e di religione – e la volontà politica di lavorare per garantire una maggiore tutela dei diritti umani e una coesistenza pacifica. Su questi concetti centrali si sofferma il messaggio che il Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso ha inviato agli indù in occasione del Diwali, la festa delle luci. Simbolicamente fondata su un’antica mitologia, essa segna l’inizio del nuovo anno e rappresenta la vittoria della luce sulle tenebre, della verità sulla menzogna, della vita sulla morte, del bene sul male.
 
Intitolato “Indù e cristiani: impegnati per lo sviluppo umano integrale” il messaggio, a firma del presidente del Pontificio consiglio, card. Jean-Louis Tauran, e del segretario, mons. Pier Luigi Celata, afferma che “lo sviluppo umano integrale comporta un progresso nella direzione del vero bene di ciascun individuo, comunità e società, in ogni dimensione della vita umana: sociale, economica, politica, intellettuale, emozionale, spirituale e religiosa. Il Papa Paolo VI l’ha descritto come: “lo sviluppo di tutto l’uomo e di tutti gli uomini” (Populorum Progressio, 1967, n. 42) “da condizioni meno umane a condizioni più umane” (ibid., n. 20). Ed il Papa Benedetto XVI ha scritto recentemente che: “lo sviluppo umano integrale suppone la libertà responsabile della persona e dei popoli” (Caritas in veritate, n. 17).
 
“Tale autentico sviluppo umano – prosegue il documento - si può raggiungere solo attraverso l’assunzione di una responsabilità condivisa gli uni per gli altri ed impegnandosi seriamente in azioni di collaborazione. Ciò scaturisce dalla nostra stessa natura di esseri umani e dalla nostra appartenenza all’unica famiglia umana”. “Nel processo dello sviluppo integrale, la protezione della vita umana ed il rispetto della dignità e dei diritti fondamentali della persona, sono responsabilità di ciascuno, sia individualmente che collettivamente”.
 
“Il rispetto per gli altri implica, dunque, il riconoscimento della loro libertà: libertà di coscienza, di pensiero e di religione. Quando le persone si sentono rispettate nelle loro scelte di fondo come esseri religiosi, solo allora esse sono in grado di incontrare gli altri e di cooperare per il progresso dell’umanità. Ciò forma un ordine sociale più pacifico che contribuisce allo sviluppo”.
 
“Lo sviluppo umano integrale richiede anche la volontà politica di lavorare per garantire una maggiore protezione dei diritti umani ed una coesistenza pacifica. Sviluppo, libertà e pace sono indissolubilmente legati e si completano reciprocamente. Una pace duratura e relazioni armoniose emergono in un’atmosfera di libertà; allo stesso modo, lo sviluppo umano integrale si realizza in un ambiente pacifico”.
 
“Tutti insieme – conclude il docuemnto -  come persone di buona volontà, uniamoci per dissipare ogni tenebra che nasconde una vera visione di coesistenza, l’armonia religiosa e lo sviluppo integrale per ogni singola persona. Possa essere il Deepavali un’occasione per celebrare la nostra amicizia e proclamare fermamente la vittoria del bene sul male, della luce sulle tenebre e per lavorare insieme al fine di conseguire un’era di vera libertà ‘per tutti’ e di un integrale sviluppo umano ‘di tutti’”.
 
 
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