30/04/2004, 00.00
corea del nord
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Il mondo si mobilita, Pyongyang usa le vittime per la propaganda di regime

Seoul (AsiaNews/Agenzie) – Le autorità sud-coreane hanno confermato che invieranno via mare alla Corea del Nord 20 milioni di dollari in aiuti umanitari. Mentre Seoul e la comunità internazionale si danno da fare per soccorrere le vittime del disastro ferroviario, Pyongyang non si lascia sfuggire neanche questa occasione drammatica per fare propaganda politica.

La Corea del Sud ha accettato tutte le richieste delle autorità nord-coreane: 50 mila tonnellate di cemento, 10 mila tonnellate di cibo, 10 bulldozer, 10 escavatrici, 500 tonnellate di gasolio, 1500 banchi e sedie per le scuole, 50 lavagne, 10 mila tonnellate di generi alimentari, 50 televisori. Secondo il Ministro dell'Unificazione sud-coreano Jeong Se-hyun, il trasporto costerà 20 milioni di dollari. Il 28 aprile era già partita un'altra nave sud-coreana con un carico di beni di prima necessità (spaghetti istantanei, coperte, bottiglie d'acqua) del valore di 1 milione di dollari.

In entrambi i casi, Pyongyang ha preteso che le spedizioni avvengano via mare, non consentendo il trasporto via terra attraverso la frontiera nord-sud, invalicabile da oltre 50 anni. Ciò implica un ritardo di 1 o 2 giorni nella consegna delle merci. La Corea del Nord ha anche impedito ai medici sud-coreani di recarsi a Ryongchon per prestare soccorso alle vittime dell'esplosione.

Nella gestione interna della crisi sembrano aprirsi dei lati oscuri. La Corea del Nord ha stimato a 356 milioni di dollari il danno complessivo del disastro ferroviario di Ryongchon. Secondo  diversi analisti la cifra è di molto superiore ai bisogni reali, lasciando supporre che Pyongyang stia tentando di ottenere più aiuti possibile per affrontare la crisi alimentare che da tempo affligge la popolazione.

Intanto in un dispaccio del 28 aprile, l'agenzia ufficiale nord-coreana KCNA ha lodato la "morte eroica" di 4 persone, rimaste uccise mentre entravano in edifici che stavano crollando o bruciando per salvare i ritratti del "caro leader" Kim Jong-Il o quelli del fondatore del paese Kim Il-Sung: "Molte persone della contea - si cita nei dispacci - hanno portato via i ritratti prima di cercare membri della famiglia o salvare i propri beni". L'agenzia cita anche l'esempio di un'insegnante di 56 anni, Han Jong Suk, "che ha esalato l'ultimo respiro con i ritratti sul petto". (MR)

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