01/10/2011, 00.00
IRAN
Invia ad un amico

Il pastore iraniano ora è condannato a morte per “reati contro la sicurezza”

Lo ha dichiarato il governatore generale Gholam-Ali Rezvani. Pronta la smentita dell’avvocato di Yusef Nadarkhani: “In tribunale i giudici hanno parlato di apostasia dell’islam”. Il pastore evangelico si era convertito al cristianesimo a 19 anni. È stato arrestato nel 2009. Lo scorso luglio la Corte suprema aveva ribaltato la sentenza.
Teheran (AsiaNews/Agenzie) – Il tribunale di Rasht (provincia settentrionale di Gilan) ha condannato a morte il pastore evangelico Yusef Nadarkhani per essere un “traditore sionista” e aver commesso “crimini contro la sicurezza”. Lo riferisce il governatore generale della provincia Gholam-Ali Rezvani all’agenzia nazionale Fars, specificando che “non si tratta di una questione religiosa, perché nel nostro sistema nessuno può essere giustiziato per aver cambiato fede”. Tuttavia, Mohammad Ali Dadkhan, legale del pastore, smentisce le dichiarazioni del governatore, affermando che il suo assistito sarà giustiziato per apostasia dell’islam.

L’avvocato riferisce che è la prima volta che le autorità parlano di “reati contro la sicurezza” per il suo cliente. “Al momento della sentenza – spiega – i giudici hanno parlato di apostasia, senza fare menzione di altri crimini. Queste nuove accuse devono essere riesaminate”.

Yusef Nadarkhani, 32 anni, si è convertito al cristianesimo a 19 anni ed è diventato pastore di una piccola comunità evangelica chiamata Chiesa dell’Iran. Arrestato nell’ottobre del 2009, è stato condannato a morte per apostasia secondo la sharia (legge islamica), che prevede il rovesciamento della sentenza in caso di ritorno all’islam. Dopo essere ricorso in appello, nel luglio scorso la Corte suprema iraniana ha annullato la sentenza, rimettendo il caso al tribunale di Rasht (città natale di Nadarkhani) che ieri ha confermato la condanna a morte.

Diversi Paesi occidentali hanno condannato la sentenza contro Nadarkhani e chiesto il suo rilascio. Tra questi, Stati Uniti, Gran Bretagna, Germania, Francia e Polonia. 
TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
L'uccisione dell'apostata non è nel Corano, ma nelle convinzioni delle masse
27/03/2006
Due cristiani iraniani arrestati a Mashad. Una è figlia di un pastore assassinato
04/10/2006
Anche nell'islam si discute se è giusto uccidere l'apostata
07/04/2006
Karzai rassicura per la vita del convertito afgano, ma gli ulema lo vogliono morto
24/03/2006
Ue preme su Tehran: no alla morte per chi abbandona l'islam
27/02/2008


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”