10/07/2009, 00.00
VATICANO
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Il turismo sia occasione per accettare e rispettare il “diverso”

Nel messaggio del Pontificio consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti in occasione della Giornata mondiale del turismo di evidenzia come le differenze di culture e tradizioni siano un dato positivo. No ala xenofobia. La necessità del rispetto reciproco di chi va in un altro Paese e di chi accoglie visitatori.
Città del Vaticano (AsiaNews) – Il turismo deve essere momento di dialogo e di incontro, occasione, soprattutto per conoscere, rispettare e accettare “il diverso” e la sua cultura. Ciò vale sa per il visitatore che per chi lo accoglie che, ad esempio, dovrebbe evitare di trasformare le proprie tradizioni in spettacolo, fatto solo per denaro. Guardare alle diversità esistenti tra gli omini come un fattore positivo, che per la Chiesa è anche il compito di “ricapitolare” in Gesù “tutto il tesoro della diversità umana che il peccato ha trasformato in divisione e conflitti”. E “il soffio divino vinca ogni xenofobia, discriminazione, razzismo, renda vicini coloro che sono lontani, nella contemplazione della unità/diversità di una famiglia umana benedetta da Dio”.
 
Queste le indicazioni contenute nel Messaggio del Pontificio consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti in occasione della Giornata mondiale del turismo 2009, che quest’anno sarà celebrata il 27 settembre sul tema: "Il turismo, celebrazione della diversità".
 
“La diversità – si legge nel documento - è un fatto, una realtà, ma, come ci ricorda Papa Benedetto XVI, è pure un dato positivo, un bene, e non una minaccia o un pericolo, al punto tale da volere egli che “le persone accettino non soltanto l'esistenza della cultura dell'altro, ma desiderino anche riceverne un arricchimento”.
 
“Nella valutazione positiva del diverso – prosegue il Messaggio - osserviamo un paradosso: se da un lato si constata, in questo tempo di globalizzazione, che le culture e le religioni si avvicinano sempre più, e che nel cuore di tutte le culture sboccia un autentico desiderio di pace, d’altro lato si verificano incomprensioni, ci sono pregiudizi e malintesi profondamente radicati, che elevano barriere e alimentano divisioni. È il timore in noi del diverso, dello sconosciuto. Dobbiamo quindi impegnarci per trasformare la discriminazione, la xenofobia e l’intolleranza in comprensione e mutua accettazione, percorrendo le strade del rispetto, dell’educazione e del dialogo aperto, costruttivo e vincolante”.
 
Il turismo poi, “in quanto pone a contatto con altri modi di vivere, altre religioni e forme di vedere il mondo e la sua storia, è pure un’occasione di dialogo e di ascolto, e costituisce un invito a non chiudersi nella propria cultura, ma ad aprirsi e confrontarsi con modi di pensare e vivere diversi. Non deve sorprendere pertanto che settori estremisti e gruppi terroristici di indole fondamentalista indichino il turismo come un pericolo e un obiettivo da distruggere. La conoscenza reciproca aiuterà - lo speriamo ardentemente - a costruire una società più giusta, solidale e fraterna”.
 
“L’esperienza iniziale dell’uomo circa la diversità è oggi vissuta anche nel mondo virtuale, megalopoli cosmica offerta permanentemente a ciascuno. Grazie a questa prima forma di “turismo”, virtuale, cinematico, la diversità è osservata da vicino, facilitando la prossimità del lontano diverso. È questo “turismo” il primo a consacrare la diversità. Ma è soprattutto il turismo inteso come spostamento fisico, che evidenzia la diversità naturale, ecologica, sociale, culturale, patrimoniale e religiosa, e ci fa scoprire anche il lavoro compiuto insieme, la cooperazione fra popoli, l'unità degli esseri umani nella magnifica e conturbante diversità delle sue realizzazioni”.
 
“Tutto ciò esige uno sforzo, tanto da parte del visitatore che dell’autoctono accogliente, di assumere atteggiamenti di apertura, rispetto, vicinanza, fiducia in modo che nel desiderio di incontrare gli altri, rispettandoli nella loro diversità personale, culturale e religiosa, si aprano al dialogo e alla comprensione”.
 
“La diversità si fonda nel mistero di Dio. La Parola creatrice sta all’origine della ricchezza delle specie, con distacco di colui/colei che è “immagine e somiglianza” di Dio. Questa Parola biblica poetica è quella della diversità, fondatrice dell'identità di ogni creatura, essendo il Creatore il primo a contemplare la bellezza-bontà di tutto ciò che Egli ha fatto (cfr. Gen 1). E Dio è anche quella forza meravigliosa, principio di unità di tutte le diversità, che appaiono come “una manifestazione particolare dello Spirito per l'utilità comune” (1 Cor 12,7). Nel contemplare la diversità, l'uomo scopre le tracce del divino nelle orme dell'umano. E per il credente, l’insieme delle diversità apre cammini per avvicinarsi all’infinita grandezza di Dio.Come fenomeno possibile di consacrazione della diversità, per noi il turismo può essere cristiano, strada aperta alla sua confessione contemplativa.
 
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