17/11/2011, 00.00
ASIA
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Il vertice Asean “promuove” le riforme del governo birmano

Inizia a Bali il 19mo vertice delle nazioni del Sud-est asiatico. Per il Myanmar si prospetta la presidenza dell’associazione nel 2014. Apprezzate le riforme in campo economico e sociale. Critiche di Stati Uniti e attivisti per i diritti umani. Nella tre giorni di summit di parla anche di economia e crisi nel Mar cinese meridionale.
Bali (AsiaNews/Agenzie) – Crisi economica e integrazione dei commerci, dispute nel Mar cinese meridionale e presidenza del Myanmar nel 2014: sono questi i temi al centro del 19mo summit dell’Asean, associazione che riunisce 10 nazioni del Sud-est asiatico – Indonesia, Filippine, Myanmar, Laos, Cambogia, Vietnam, Malaysia, Singapore, Brunei e Thailandia – in programma dal 17 al 19 novembre a Bali, in Indonesia. In apertura del vertice l’intervento di Susilo Bambang Yudhoyono (Jakarta è presidente di turno dell’Asean), nel quale ha sottolineato il “desiderio di giocare un ruolo di primo piano nello scacchiere mondiale”. Con un riferimento nemmeno troppo velato alla crisi sui confini marittimi con la Cina, egli ha quindi invitato i capi dei Paesi membri ad “assicurare stabilità e sicurezza nella regione” e per raggiungere l’obiettivo “l’Asean deve continuare a ricoprire un ruolo attivo per facilitare la risoluzione dei conflitti”.

In occasione del summit  l’isola di Bali – famosa e apprezzata località turistica mondiale – è stata blindata dalle forze di sicurezza: sei navi da guerre pattugliano le acque antistanti le spiagge e 7mila fra poliziotti e soldati garantiscono la sicurezza di presidenti e capi di governo. Nei tre giorni di incontri e colloqui si parlerà di crisi economica nell’Eurozona e di crescita del debito, che potrebbe causare un calo vertiginoso delle esportazioni per le nazioni asiatiche. Per questo i leader del blocco Asean intendono accelerare il processo di integrazione commerciale, favorendo gli scambi all’interno dei 10 Paesi membri. Tuttavia, i due punti chiave al centro del 19mo vertice sono la presidenza del Myanmar nel 2014 e le tensioni con Pechino per il controllo delle risorse naturali – gas e petrolio – nel Mar cinese meridionale.

Il vertice di Bali rappresenta il debutto sulla scena politica internazionale del nuovo governo birmano, formato da civili ma vicino alla leadership militare che ha guidato per decenni la nazione con il pugno di ferro. Le ultime riforme avviate dall’esecutivo – liberazione di alcuni detenuti politici, il ritorno di Aung San Suu Kyi sulla scena politica interna, possibili riforme economiche e monetarie – hanno incontrato apprezzamenti fra i leader Asean, sfociati nel sostegno ufficiale alla candidatura del Myanmar per la presidenza nel 2014. Il ministro birmano dell’Informazione parla di riforme “irreversibili”, che Stati Uniti e Occidente dovrebbero “riconoscere” cancellando le sanzioni economiche e commerciali. Tuttavia, il governo americano sembra intenzionato (per il momento) a mantenere l’embargo, sottolineando la necessità di ulteriori sforzi nel campo dei diritti umani e delle libertà personali. Anche attivisti per i diritti umani, fra cui alti funzionari di Human Rigths Watch (Hrw) parlano di “piccoli passi” e invitano la comunità internazionale a “non farsi prendere in giro”.

Il vertice Asean si concluderà il prossimo 19 novembre, per lasciare spazio il giorno successivo – sabato 20 – a un summit allargato all’Asia dell’est, che vedrà la partecipazione di Australia, Cina, India, Giappone, Corea del Sud e Nuova Zelanda. Per la prima volta quest’anno vi sarà anche la presenza di Stati Uniti e Russia. Il 20mo vertice Asean, invece, si terrà nel 2012 a Phnom Penh, in Cambogia.
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