27/07/2019, 09.36
SIRIA - ONU
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In Siria ‘violenza che si somma a violenza’: oltre 100 morti e 400mila sfollati

Fonte ecclesiastica di AsiaNews parla di persone che “continuano a morire ogni giorno” e chiede preghiere. Negli ultimi tre mesi almeno 400mila sfollati nella regione di Idlib, contesa governo e gruppi jihadisti e ribelli. Oltre cento vittime in 10 giorni, molti i civili. Il dramma di Riham simbolo dell’orrore della guerra.

Damasco (AsiaNews) - In Siria si sta assistendo a “una violenza che si somma ad altra violenza”, una escalation che si è acuita in questi ultimi giorni “dopo la lettera di papa Francesco” al presidente Bashar al-Assad. È quanto sottolinea dietro anonimato per motivi di sicurezza una fonte ecclesiale di AsiaNews a Damasco, che già nei giorni scorsi aveva parlato di “critiche” e “incomprensioni” in merito alla missiva e “attacchi sempre più feroci” a Idlib, Hama e Aleppo.

“Le persone innocenti continuano a morire ogni giorno” avverte la fonte, che chiede di “pregare per noi” perché ancora non si vede la fine di una guerra che dura da oltre otto anni. 

La cruda drammaticità del conflitto è testimoniata anche da una immagine (nella foto) che è circolata sui media e i social di tutto il mondo in queste ultime ore. Lo scatto, ripreso da un giornalista, giunge da Ariha, nella provincia settentrionale di Idlib, ultima roccaforte di oppositori filo-turchi e jihadisti nel mirino dell’esercito governativo che da tempo vorrebbe scatenare una offensiva nell’area, peraltro già oggetto di attacchi e bombardamenti. 

Nella foto si vede una bambina di appena cinque anni di nome Riham, ricoperta dai resti di quella che era la sua casa, mentre tende la mano alla sorella Toqa, di soli sette mesi, che cerca invano di salvare. Nelle immagini filmante di SY.24 si vede il padre che cerca, con un ultimo gesto disperato, di salvare le due figlie che precipitano all’interno delle macerie. Testimoni locali raccontano che Riham morirà ricoperta da massi e calcinacci, mentre è ancora intenta a stringere la mano della sorellina che, al momento, è ricoverata in terapia intensiva e lotta per la vita. 

L’escalation delle violenze, dopo il moderato ottimismo dei mesi scorsi verso una soluzione a lungo termine del conflitto, è confermata anche dall’ultimo bilancio pubblicato in queste ore dalle Nazioni Unite che parla di oltre un centinaio di vittime e 400mila sfollati nella sola Idlib. Secondo quanto riferisce David Swanson, dell’agenzia Onu per gli Affari umanitari (Ocha), nel nord-ovest della Siria in questi ultimi tre mesi 400mila persone hanno dovuto lasciare le loro case e le loro terre.

I ripetuti attacchi dell’esercito siriano, sostenuto dall’alleato russo, contro obiettivi terroristi e jihadisti hanno innescato un nuovo esodo in tutta la provincia di Idlib, ma situazioni di criticità si stanno registrando anche nei dintorni di Aleppo, Hama e Latakia. I profughi cercano riparo verso nord, lungo il confine con la Turchia mentre il governo di Ankara sta avviando programmi di rimpatrio dei rifugiati che da anni vivono nel proprio territorio. 

“I campi profughi sono sovraffollati - sottolinea l’Ocha - e molti degli ospiti sono costretti a vivere all’aria aperta”. Circa i due terzi, aggiunge il comunicato, “si trovano all’esterno dei centri”. Circa la metà dei tre milioni di abitanti di Idlib e della regione risultano sfollati in fuga dai combattimenti in altre zone della Siria o sono famiglie fuggite dalle aree conquistate dai ribelli e jihadisti. 

Ai profughi si aggiungono anche i morti: secondo l’Alto commissario Onu per i diritti umani Michelle Bachelet negli ultimi 10 giorni i raid aerei governativi hanno causato almeno 103 vittime. Nel mirino delle bombe sono finiti anche ospedali, scuole e mercati pubblici. “Vi sono obiettivi civili - sottolinea Bachelet - ed è assai improbabile, data la portata di questi attacchi, che siamo tutti frutto di errori o del caso”. 

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