18/07/2012, 00.00
INDIA – USA
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Incidente India-Usa: anche il Tamil Nadu è responsabile della morte del pescatore indiano

di Nirmala Carvalho
È la denuncia di un attivista che difende le comunità di pesca dello Stato. Il Tamil Nadu abbandona i suoi lavoratori migranti. Due giorni fa, una nave militare americana ha sparato contro un peschereccio al largo di Dubai. A bordo vi erano sei indiani e due cittadini di Dubai. Oltre alla vittima, feriti altri tre indiani.

Mumbai (AsiaNews) - L'incidente che coinvolge la nave militare Usa USNS Rappahannok e alcuni pescatori indiani al largo di Dubai è "una tragedia" che ha tra i primi responsabili "il Tamil Nadu", Stato d'origine delle vittime. A parlare è Armstrong M, attivista del Rameswaram Fisher Forum. Avvenuto due giorni fa, nell'incidente un pescatore ha perso la vita e altri tre sono rimasti feriti sotto i colpi esplosi dall'imbarcazione americana. Immediate le scuse ufficiali degli Stati Uniti, che sostengono di aver aperto il fuoco solo dopo aver lanciato diversi segnali d'avvertimento. Tuttavia, i superstiti negano di aver ricevuto alcun tipo di comunicazione da parte della nave Usa. Nell'attesa di chiarire le circostanze dell'incidente, le autorità degli Emirati Arabi Uniti hanno avviato le indagini.

Di proprietà araba, a bordo del peschereccio erano imbarcati sei indiani provenienti dal distretto di Ramanathapuram (Tamil Nadu) e due cittadini degli Emirati. La vittima si chiamava A Sekhar, 27 anni, ed era originario del villaggio costiero di Thoppuvalasai. I tre feriti sono R Muthumuniaraj, 27, del villaggio Karaiyur, Muthukannan, 28, e Panduvanathan, entrambi del villaggio di Mullimunai. Tutti loro erano lavoratori giornalieri, impiegati in alcune compagnie di pesca con base a Dubai.

Ad AsiaNews Armstrong M spiega che l'incidente con la nave militare Usa è solo uno dei tanti pericoli affrontati dai pescatori indiani del Tamil Nadu. La questione, sottolinea, "è che sono degli orfani: né il governo dello Stato, né quello centrale proteggono i loro diritti, o provvedono a garantire loro la sicurezza di cui hanno bisogno".

Uno dei problemi più gravi è rappresentato dallo Sri Lanka, con il quale da anni l'India (e i suoi Stati costieri) è in contrasto per i continui sconfinamenti dei pescatori nelle rispettive acque territoriali. "La Marina di Colombo - denuncia l'attivista - intercetta modo regolare le imbarcazioni indiane, attaccandole con pietre e bottiglie. Questo provoca danni seri a reti e pescherecci, ma soprattutto agli indiani, la cui sussistenza si basa solo sulla pesca".

In molti casi - come quello dei protagonisti dell'incidente con la USNS Rappahannok - i pescatori indiani decidono di migrare nei Paesi del Golfo per cercare miglior fortuna. "Ma andando via - ribadisce Armstrong - si ritrovano abbandonati dal proprio Paese. Questa situazione è terribile, perché i pescatori del Tamil Nadu sembrano non avere valore per nessuno". 

 

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