08/03/2014, 00.00
INDIA
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India, 67 kashmiri espulsi dall'università: tifavano Pakistan

Su di loro pesa una denuncia per eversione. I ragazzi lamentano di essere stati aggrediti senza poter dare spiegazioni. Per i nazionalisti indù vanno puniti in modo esemplare. Il timore è che il caso possa alimentare nuove tensioni tra i due Paesi.

Srinagar (AsiaNews/Agenzie) - Accusati di eversione ed espulsi dall'università per aver tifato per la squadra avversaria (il Pakistan), anziché per quella nazionale (l'India). E' accaduto a 67 ragazzi originari del Kashmir indiano, studenti di un istituto privato di Meerut (Uttar Pradesh). Due di loro hanno "esultato" quando la squadra di cricket del Pakistan ha segnato contro l'India in una partita dell'Asian Cup. In tutta risposta, i compagni li hanno insultati e aggrediti, e la Swami Vivekanand Subharti University li ha denunciati ed espulsi. L'accusa sembra essere stata ritirata, ma l'espulsione no. E il caso - che fa sorridere i media internazionali - rischia di alimentare nuove tensioni tra i due Paesi.

Da oltre 60 anni la regione del Kashmir è rivendicata nella sua interezza da India e Pakistan. Nel 1949 - al termine del primo conflitto indo-pakistano - il territorio venne spartito: New Delhi ottenne il Jammu e Kashmir, Islamabad i Territori del Nord e l'Azad Kashmir. Una divisione che non ha fermato le tensioni, gettando le due nazioni in una "guerra" senza fine.

Il fatto è avvenuto il 2 marzo scorso. Dopo l'espulsione, i 67 ragazzi espulsi sono tornati a casa, mentre la polizia di Meerut ha registrato una denuncia a loro carico in base alla sez. 124(a) del Codice penale indiano ("eversione e sommossa"). Non è chiaro chi abbia presentato l'accusa, ma sembra che al momento sia stata ritirata. Tuttavia, rappresentanti locali del Bharatiya Janata Party (Bjp, partito ultranazionalista indù) continuano a chiedere provvedimenti contro questi "studenti anti-nazionalisti".

I ragazzi lamentano di essere stati espulsi senza poter dare una spiegazione. Saqib, uno di loro, racconta: "Non neghiamo di aver applaudito quando il Pakistan ha vinto il match. Ogni volta che il Pakistan perde, gli altri studenti si prendono gioco di noi. In questo caso abbiamo voluto esultare, ma gli altri si sono infuriati. Ci hanno insultato e hanno tirato pietre contro i nostri alloggi".

Manzoor Ahamd, vice cancelliere dell'università, ha giustificato l'espulsione dicendo che "il loro comportamento non favoriva la pace nel campus. La situazione sarebbe potuta peggiorare, se le autorità non li avessero espulsi. E visto che nessuno di loro si è fatto avanti per prendersi la responsabilità, abbiamo sospeso entrambe le camerate".

Omar Abdullah, chief minister del Jammu e Kashmir, ha espresso via Twitter il suo sostegno agli studenti, definendo la punizione "ingiustificatamente dura". Alcuni commentatori nel Paese notano il paradosso dell'intera situazione: i ragazzi espulsi frequentavano quell'università grazie a una borsa di studio istituita dal primo ministro dell'India solo per gli studenti meritevoli del Kashmir. Un'iniziativa che aveva l'obiettivo di costruire nuovi ponti tra l'India e la comunità kashmiri.

 

 

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