30/08/2006, 00.00
INDONESIA
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Indonesia: niente più cella d'isolamento per i tre cattolici condannati a morte

di Benteng Reges

Per chi è prossimo all'esecuzione la legge indonesiana stabilisce la detenzione in una cella speciale. Si riaccende la speranza per Tibo e i suoi amici, ma il Pubblico ministero assicura: presto la nuova data della fucilazione.

Palu (AsiaNews) – Le autorità carcerarie indonesiane alleggeriscono le condizioni di detenzione del condannato a morte cristiano, Fabianus Tibo, che insieme a Domingus da Silva e Marinus Riwu aspetta da metà agosto di essere fucilato. La decisione riaccende la speranza in una cancellazione della pena capitale comminata ai tre, ritenuti responsabili di un massacro di musulmani avvenuto a Poso nel 2000.

Il Pubblico ministero a Jakarta ha, però, gettato subito acqua sul fuoco, annunciando l'imminenza di un incontro tra le autorità competenti per decidere la data dell'esecuzione.

Secondo quanto riferito ieri da p. Jimmy Tumbelaka, sacerdote della diocesi di Manado, e padre spirituale di Tibo, il carcere Petobo di Palu ha ordinato di "togliere il detenuto dalla cella di isolamento, nonostante la controversia circa i piani per la sua fucilazione". La legge indonesiana prevede che i condannati a morte siano "tenuti da soli" in una cella speciale, prima di presentarsi davanti al plotone d'esecuzione.

Tibo viveva in questa cella d'isolamento dal 9 agosto, tre giorni prima della data stabilita inizialmente per la sua esecuzione e quella dei due amici. La notte scorsa, però, le autorità carcerarie hanno disposto per i tre un sistema di sicurezza più leggero.

La speranza suscitata dalle dichiarazioni del sacerdote è stata subito raffreddata dalle parole del Pubblico ministero generale, Abdul Rahman Saleh, che ha criticato la decisione di cancellare l'esecuzione dei cattolici, annunciata dal capo della polizia Sutanto all'ultimo minuto la notte dell'11 agosto.

Saleh ha poi spiegato: "A quanto ne so, la polizia e le autorità locali a Palu fisseranno sicuramente la data della fucilazione e la porteranno a termine, il procuratore sbaglierebbe a non eseguire la condanna a morte decisa dal tribunale".

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