04/04/2007, 00.00
HONG KONG - CINA
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Infuenza aviaria fra gli uccelli migratori di Hong Kong. Il silenzio della Cina

Scoperto un nuovo ceppo del virus che la Cina ha cercato di negare. La Fao segnala che Indonesia ed Egitto sono ad alto rischio di pandemia.

Hong Kong (AsiaNews/Agenzie) – L’influenza aviaria si diffonde negli uccelli selvatici di Hong Kong, mentre la Cina tace su possibili nuovi contagi. In Giappone si scopre  un virus resistente ai farmaci antivirali, mentre in Indonesia si registra la 72° vittima del morbo. La Fao segnala che Indonesia ed Egitto sono ad alto rischio di epidemia umana.

Il dipartimento di Hong Kong per Agricoltura, pesca e tutela ha detto che nel 2007 su 3.430 uccelli trovati morti, 15 erano affetti dal virus del tipo “Fujian”. E’ un ceppo accertato per la prima volta nell’ottobre 2005, come indicato dai virologi Guan Yi e Malik Peiris dell’università di Hong Kong insieme all’esperto Robert Webster di Memphis (Tennessee, Usa) in una pubblicazione scientifica dell’ottobre 2006. Il virus è responsabile per la gran parte dei contagi avicoli e umani della Cina meridionale ed è presente anche in Laos, Thailandia e altre parti dell’Asia. Già nel 2006 nel territorio sono stati trovati 15 uccelli selvatici e 2 galline contagiate. La comunità scientifica sospetta perciò che la Cina non dica la verità sulla mappatura del contagio. Il ministero cinese dell’Agricoltura ha definito “falsi” i dati indicati dai ricercatori e “inesistente” tale variante del virus. Eppure nel dicembre 2006 David Heymann, vice direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità, ha confermato l’esistenza del virus sin dal 2005, in base alle informazioni ricevute proprio da Pechino.

Fonti di Hong Kong confermano la moria di uccelli migratori malati anche in periodi in cui in Cina non sono segnalati contagi nella zona. Essi temono che il virus sia molto più diffuso di quanto risulti dai dati ufficiali cinesi,  data la scarsa informazione fornita d Pechino per i nuovi contagi di uccelli o di esseri umani. Hong Kong ha bandito da mesi l’importazione di pollame vivo e morto da 13 province cinesi in cui ci sono stati contagi accertati.

Indonesia ed Egitto. Oggi il ministero della Sanità ha confermato la morte di una donna di 23 anni, avvenuta il 1° aprile subito dopo il suo ricovero nell’ospedale di Persahabatan a Jakarta. La donna ha avuto contatti con un’aquila tenuta in casa, morta poco prima.

Ieri Mari Pangestu, ministro indonesiano del Commercio, ha detto che sono in corso accordi con l’Egitto per la produzione congiunta di un vaccino. I due Stati hanno avuto il maggior numero di morti recenti per la malattia. “L’Egitto – ha detto Mari - ha una avanzata esperienza farmaceutica e ha già prodotto diversi vaccini”.

Jospeh Domenech, veterinario capo dell’Organizzazione Onu per il Cibo e l’agricoltura (Fao), ha osservato che in entrambi i Paesi c’è un elevato numero di contagi umani e uno stretto contatto tra persone e uccelli allevati, specie in pollai di cortile. “Questa situazione causa – ha detto – una diffusione del virus che potrebbe portare a una pandemia”. (PB)

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