22/02/2020, 10.34
IRAN - MEDIO ORIENTE
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Iran, allarme coronavirus: quattro morti e 18 contagi. Primi casi in Libano e Israele

Origine del focolaio la città santa di Qom. La fonte originaria potrebbe essere un lavoratore cinese. Le autorità avrebbero coperto la portata della diffusione per scongiurare l’astensionismo alle urne. Il Kuwait blocca i collegamenti. Preoccupano le condizioni del sistema sanitario iraniano, colpito dalle sanzioni Usa. 

Teheran (AsiaNews/Agenzie) - In Iran è allarme coronavirus dopo le quattro vittime e i 18 casi di contagio registrati in questi ultimi giorni, che fanno della Repubblica islamica il secondo Paese al mondo dopo la Cina - dove ha avuto origine l’epidemia - con il maggior numero di morti. Analisti ed esperti attaccano la leadership religiosa e conservatrice del Paese, che avrebbe imposto una censura sulla vicenda per scongiurare l’astensionismo in occasione delle elezioni parlamentari tenute ieri. Tuttavia, in queste ore arrivano da più parti (fra funzionari locali e ufficiali governativi) ammissioni di una diffusione ormai estesa a diverse città. 

Il coronavirus di Wuhan (Covid-19) comincia a diffondersi anche in Medio oriente, con i primi casi di contagio registrati nelle ultime 24 ore anche in Israele e in Libano, mentre gli Emirati Arabi Uniti - prima nazione della regione a essere colpita - salgono a quota 11 infetti. L’espansione del virus preoccupa gli esperti, come conferma il direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus secondo cui “si sta stringendo” sempre più la “finestra” per il contenimento dell’epidemia ed è “necessario agire velocemente, prima che si chiuda del tutto”. 

Ieri le autorità sanitarie iraniane hanno annunciato la morte di due persone, che si vanno ad aggiungere alle vittime già registrate il 19 febbraio scorso. Altre 14 sono risultate positive ai test per il coronavirus, che ha iniziato a diffondersi dalla città santa di Qom, meta del turismo religioso. Fonti del ministero della Sanità parlano di una probabile diffusione in diverse città, inclusa la capitale Teheran, e che la fonte originaria potrebbe essere stata un lavoratore cinese a Qom. 

In risposta, il governo del Kuwait ha deciso di cancellare tutti i collegamenti aerei con l’Iran. Inoltre viene proibito l’ingresso a residenti e viaggiatori che, nelle ultime due settimane, siano stati in Iran. Ai cittadini del Kuwait in arrivo dalla Repubblica islamica viene inoltre imposto l’isolamento per almeno due settimane. 

La minaccia risulta maggiore per l’Iran, anche a causa delle ripercussioni sul sistema sanitario della politica di “massima pressione” a colpi di sanzioni adottata dal presidente Usa Donald Trump all’indomani dell’uscita dall’accordo nucleare (il Jcpoa). A questo si aggiunge la svalutazione della moneta locale che rischia di limitare ancor più il reperimento dei fondi necessari per contrastare il diffondersi dell’epidemia. 

Intanto l’Iraq ha già chiuso le frontiere, mentre il Libano conferma il primo caso di coronavirus registrato ieri: si tratta di una donna di 45 anni arrivata il giorno prima con un volo proveniente da Qom; in fase di studio altri due casi ritenuti sospetti. Infine in Israele le autorità sanitarie hanno registrato la prima infezione: anche in questo caso una donna che avrebbe subito il contagio a bordo della nave da crociera Diamond Princess, ormeggiata a lungo al largo delle coste del Giappone.

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