01/08/2011, 00.00
IRAQ
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Kirkuk: per il Ramadan, i cristiani donano 320 kg di medicinali. Gli auguri di mons. Sako

di Joseph Mahmoud
L’arcivescovo, insieme a sacerdoti e laici, in visita al distretto sanitario. Gli aiuti saranno distribuiti nei vari ospedali della città. Il direttore ringrazia per l’iniziativa che “rafforza la fiducia nei fratelli cristiani”. Lettera del prelato per l’inizio del mese sacro di digiuno e preghiera. “Ci uniamo nella preghiera a Dio perché ci conceda pace e stabilità”.
Kirkuk (AsiaNews) – In occasione dell’inizio del Ramadan, mons. Louis Sako, arcivescovo di Kirkuk, insieme a un gruppo di sacerdoti e laici, ha visitato ieri la sede del distretto sanitario (nella foto) della città e ha donato – a nome dei cristiani – oltre 300 kg di medicine da distribuire nei vari ospedali. Il prelato ha anche ricordato il mese sacro dei musulmani, caratterizzato da preghiere e digiuno, attraverso una lettera inviata aperta inviata alla comunità. “Ci uniamo a voi nella preghiera a Dio – ha scritto mons. Sako – perché ci conceda pace e stabilità”.

I medicinali, donati  quale “segno di solidarietà” per l’inizio del mese di digiuno e preghiera erano stati portati in città da un gruppo di giovani francesi il 23 luglio scorso (cfr AsiaNews 25/07/2011, Andranno alla Gmg partendo da Kirkuk, 10 giovani francesi e 20 iracheni).

Il direttore Sadik Umar Rassoul ha ringraziato la Chiesa caldea di Kirkuk per tutte le iniziative – ha sottolineato il funzionario – che “rafforzano la nostra fiducia nei fratelli cristiani” e migliora la coesistenza pacifica. Egli ha aggiunto che le medicine “sono un segno significativo della loro [dei cristiani, ndr] carità, senza eccezioni” per quanto concerne la fede professata.

Nel frattempo mons. Sako, secondo una tradizione che si rinnova ogni anno, ha inviato ai fedeli musulmani una lettera per l’inizio del Ramadan. Rivolgendosi ai “fratelli” islamici, il prelato ha ricordato la “temperatura molto alta” che renderà “ancora più meritorio il vostro digiuno” (secondo la tradizione, i musulmani non possono mangiare né bere dall’alba al tramonto). “Speriamo che il digiuno e la preghiera – ha aggiunto l’arcivescovo – inteneriscano il cuore di tutti e che sulla vendetta prevalga il perdono, l’amore e la lotta per la pace”.

Il prelato ricorda le parole del beato Giovanni Paolo II, in occasione della sua visita in Turchia il 29 luglio 1979, all’inizio del lungo pontificato: è giunto il momento che i cristiani e i musulmani entrino “in una nuova fase della storia” ed “è imperativo che promuovano legami spirituali” che li uniscano al fine di “proteggere i principi morali, i principi di pace e libertà”. Mons. Sako conclude confermando che i cristiani di Kirkuk si uniscono ai musulmani “nella preghiera e nella supplica a Dio perché ci conceda pace e stabilità”.
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