22/07/2005, 00.00
LIBANO
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La famiglia Geagea ringrazia il card. Sfeir per la liberazione di Samir

di Youssef Hourany

 

Beirut (AsiaNews) – Non appena libero, dopo 11 anni di prigione, Samir Geagea, ex capo delle Forze Libanesi, passerà un periodo di 3 settimane all'estero insieme alla moglie. Lo ha dichiarato la stessa consorte, la signora Strida Geagea ad AsiaNews, ringraziando il patriarca Nasrallah Sfeir per tutto ciò che egli ha fatto per la liberazione di Samir.

Il presidente libanese, Emile Lahoud, ha firmato mercoledì 20 le 2 leggi di amnistia votate dal parlamento per Samir Geagea, detenuto da 11 anni, e per circa 30 militanti islamici sospettati di terrorismo. Lahoud ha espresso alcune riserve riguardo ai due provvedimenti. Come riferisce un comunicato della presidenza, "l'amnistia dovrebbe, per essere giusta ed equa, includere altre categorie simili". Il presidente esprime inoltre "la speranza che il nuovo parlamento fissi nel prossimo futuro nuove norme di legge per un'amnistia globale ed equa".

Samir Geagea, cristiano, l'unico capo di guerriglia condannato per violenze durante la guerra, è stato arrestato nel marzo 1994, sospettato di un attentato esplosivo nella Chiesa di Nostra Signora della Liberazione, a Zouk Mikael, nella quale morirono 11 persone. Ritenuto in seguito innocente a proposito di questo atto terroristico, l'accusa è servita da pretesto per punirlo per i crimini commessi durante la guerra, dal 1975 al 1990. Era stato condannato a 4 pene di morte, tutte commutate in ergastolo.

Parlando ad AsiaNews la moglie Strida ha ringraziato il card. Nasrallah Sfeir, patriarca maronita, "per tutto ciò che ha fatto a favore di Samir Geagea". Il padre Farid, 80 anni, non ha dimenticato nulla delle visite che ha fatto al figlio in carcere, tutti i martedì e i giovedì dal 1994. Ricorda le umiliazioni, i colloqui limitati a meno di 10 minuti o le belle sorprese, quando la famiglia poteva fare visita al congiunto per più di un'ora. Farid Geagea parla di ingiustizia e di perdono: "Commettiamo tutti dei peccati e bisogna perdonare affinché Dio ci perdoni. Io ho pregato tutti i giorni per i carcerieri, perché la loro sorte è più triste di quella dei prigionieri".

La madre Marie racconta che "in 11 anni e 3 mesi non ho avuto un giorno di riposo". "Per farmi coraggio – continua – mi dicevo che Dio è grande, che le ingiustizie non durano eternamente. Non ho mai perduto la speranza di vedere Samir libero. Ma questi ultimi mesi mi hanno molto stancato per il fatto di vivere nell'attesa. Posso perdonare le ingiustizie, ma di non posso dimenticarle".

L'altra legge di amnistia scagiona una trentina di fondamentalisti sunniti, alcuni originari di Denneye, nel Nord, altri di Majdel Anjer, nella Beqaa. I primi sono accusati di essere implicati in scontri con l'esercito a Denneye nel 2000, provocando la morte di 12 soldati. Ai secondi è imputato l'attentato contro l'ambasciata italiana nel 2004. Ieri, con la pubblicazione della legge di amnistia nella gazzetta ufficiale, Geagea riconquista la libertà.

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