17/03/2009, 00.00
MYANMAR
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La giunta militare birmana arresta un altro leader legato a Aung San Suu Kyi

Attivista denuncia il tentativo di “distruggere tutte le attività politiche” prima delle elezioni del 2010. Le migliaia di arresti disposti dalla dittatura contro gli oppositori politici.

Yangon (AsiaNews/Agenzie) – Nuovo arresto a carico di un esponente della Lega nazionale per la democrazia, il partito guidato dal premio Nobel per la pace Aung San Suu Kyi. La giunta militare ha lanciato una campagna volta a sradicare l’opposizione in Myanmar in vista delle elezioni politiche del 2010.

All’1 e 30 del mattino del 16 marzo le autorità di South Dagon Myothit – cittadina nella divisione di Yangon – hanno prelevato Kyi Lwin, esponente locale della Nld, e lo hanno condotto in carcere. “Una trentina di poliziotti sono entrati nella sua abitazione e lo hanno portato via” riferisce Nyan Win, portavoce della Nld, al sito dissidente Democratic Voice of Burma (Dvb). “Non gode di buona salute. Ha più di 50 anni e ha avuto un ictus”.

Kyi Lwin è il quinto oppositore politico arrestato a marzo. Nei giorni scorsi la giunta ha incarcerato anche Myint Myint San (meglio noto come Ma Cho), Sein Hlaing, Shwe Gyo e Thein Lwin. In Myanmar le voci contrarie al regime denunciano una campagna volta a “sradicare l’opposizione” e a “distruggere tutte le attività politiche” prima delle elezioni. “La Lega nazionale per la democrazia è un partito legale in Myanmar – sottolinea Bo Kyi, segretario aggiunto di Assistance Association for Political Prisoners – ma distruggendolo [il Consiglio di Stato per la pace e lo sviluppo] si comporta in maniera contraria rispetto al suo slogan, in cui dice di sostenere la democrazia”.

In Myanmar vi sono 2131 prigionieri politici, tra i quali 15 membri del parlamento, 229 studenti, 220 monaci, 47 membri del movimento “Studenti di generazione 88” e 456 esponenti della Nld. Dal 21 agosto 2007 – inizio della “rivoluzione zafferano” promossa dai monaci birmani – al 12 marzo del 2009 i militari hanno fermato 1055 aderenti alla protesta, tra cui 147 monaci; altri 110 sono al momento sotto processo, 446 condannati al carcere e 19 detenuti nei campi di lavoro.

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