06/12/2016, 16.23
CINA
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La legge sul secondo figlio non migliora la demografia e l’economia cinese

di Jing Zhang

Jing Zhang, la direttrice del gruppo per i diritti delle donne in Cina,è stata invitata a tenere un discorso ad una conferenza dal titolo “Prospettive per la Democratizzazione in Cina” organizzata dal The China Democracy Forum, l’Università di New York (Nyu) e la rivista Beijing Spring. Il tema della conferenza era “Lo scontro fra giustizia e ingiustizia, la responsabilità e la scelta della società internazionale” (vedi foto 1)

New York (AsiaNews) – La prima politica demografica del Partito comunista cinese (Pcc) è iniziata nell’aprile del 1950. Dopo la lunga guerra c’era una carenza di personale militare e la forza lavoro era ridotta. Il governo centrale e il Consiglio militare si sono uniti per formulare i “metodi per limitare l’aborto fra i gruppi militari femminili”, imponendo rigidi requisiti alle donne richiedenti l’aborto: dovevano avere il consenso del marito, del dottore  e del capo della loro unità di lavoro. Coloro che si sottoponevano a pratiche abortive in segreto, venivano punite in modo severo. 

Qualche anno dopo i capi del Pcc, privi di qualunque visione prospettica, hanno modificato di nuovo la politica demografica, creando regole opposte. Nel 1979 hanno attuato la politica nazionale del figlio unico e questo è stato l’inizio del tragico destino delle donne cinesi. Dopodiché, il Pcc ha ottenuto il controllo totale sugli uteri delle donne cinesi, stabilendo regole su quando esse sono tenute a usare un dispositivo intrauterino (la spirale) o quando essere sottoposte a sterilizzazione. Il Partito ha acquisito il controllo sulla vita privata delle coppie, regolando quando potevano avere bambini e procreare… Tutto era deciso dal Partito. Questo è stato un evento senza precedenti nella storia e l’unico al mondo, una vera peculiarità cinese. La macchina della propaganda del Pcc sostiene sempre che la Cina stia per esplodere e che non può svilupparsi ulteriormente a meno che non rafforzi il controllo sulla popolazione. Ad ogni modo la vicina India, anch’esso Paese asiatico molto popolato, non ha mai attuato nessuna politica demografica coercitiva e non è mai esploso. Al contrario, sembra essersi sviluppato in modo costante, con un tasso di crescita economica che nel secondo quarto del 2015 ha persino sorpassato quello della Cina.  (fonte: CNBC http://www.cnbc.com/2015/11/30/india-economic-growth-outpaces-china-rbi-seen-holding-rates.html Crescita economica indiana sorpassa la Cina, La Reserve Bank of India ha visto tassi stabili).

Dai punti che seguono, possiamo notare che qualunque cambiamento apportato alla politica demografica formulata dal Pcc, sarà irrilevante per i diritti umani, e la politica degli omicidi pianificati verrà ancora attuata. Non importa quanto grande sia il gigante dell’economia cinese; esso rimane sempre un nano dal punto di vista dei diritti umani.

1. Permesso e autorizzazione di “Dare alla Luce” sono entrambi violazioni dei diritti umani

Dopo aver attuato in modo coercitivo la politica del figlio unico, ferendo donne e bambini cinesi per 36 anni, i leader del Pcc, nel 18esimo Consiglio centrale hanno proclamato una nuova direttiva: La nuova politica dei “Due figli” stabilita in tutta la nazione e che permette ai cittadini di avere due figli.

Certo, se qualcuno osa mettersi contro la politica e avere tre figli, le conseguenze saranno le stesse della politica precedente: aborto forzato o multe, perché queste politiche coercitive sono ancora attuate e non sono state cancellate. Ciò significa che il partito detiene ancora il controllo dell’utero delle donne cinesi e reprime ancora il diritto naturale delle coppie ad avere figli. Vengono ancora riscosse pesanti multe che lasciano i cittadini senza un soldo e le loro famiglie rovinate. Questa politica di nascite programmate è come una spada che pende sulla testa delle persone, pronta a cadere in ogni momento. Il Partito ha tenuto i propri artigli sull’utero delle donne cinesi come ha sempre fatto dagli anni ’50 del secolo scorso. Quando il Partito dice di avere bambini, allora bisogna produrli; quando dice di smettere, bisogna fermarsi. Esso stabilisce il numero di bambini che puoi avere e devi obbedire. [In passato] avere meno bambini comportava dure punizioni, ora averne troppi porterà ad aborti forzati o multe! Il potere di determinare la vita e la morte delle nuove vite è nelle mani di pochi uomini a capo del Pcc.

Durante il 36esimo anno di politica del figlio unico, l’aborto forzato e le multe sono diventate linee guida per i piani di nascite programmate. Non era insolito per gli abitanti essere sottoposti a sanzioni economiche, violazioni dei diritti tramite l’uso della forza, detenzione illegale, aggressione e addirittura distruzione di proprietà e perdita di familiari. Alcune coppie con un numero di figli “oltre-quota” venivano perseguitate e costrette a nascondersi in posti diversi, persino a scappare in altri Paesi in cerca di asilo politico. Volontarie di “diritti delle donne in Cina” (Wric) Su Changlan, Yao Cheng, Chen Qitang e altre, si sono battute per la contadina Zhang Ronghua (vedi sotto: Zhang Ronghua era con suo marito e sua figlia), che è stata uccisa col suo bambino durante un aborto imposto nella contea di Lijin (Shandong). (vedi foto 2)

I volontari del Wric hanno anche salvato la vita a Cao Ruyi e alla sua bambina, che erano stati quasi costretti a sottoporsi all’aborto forzato in una struttura apposita a Changsha (Hunan). Queste volontarie, che hanno dimostrato tanto spirito umanitario, sono state detenute in modo arbitrario dal governo cinese. Fra esse, Su Changlan e Chen Qitang sono state imprigionate per due anni senza un processo e senza avere diritto a cure mediche.

Il governo cinese afferma sempre che il controllo delle nascite ha condotto a un grande diminuzione del tasso di mortalità infantile e materna, ma questa è solo una bugia che diventa più evidente ogni volta che il governo prova a coprirla. In effetti, le statistiche nazionali si riferiscono solo agli ospedali autorizzati. La mancanza di sincerità sta nel fatto che un significativo numero di donne con nascite “oltre-quota” per evitare la multa e senza i permessi per partorire, possono solo partorire in ospedali senza licenza o a casa, soprattutto le contadine e le minorenni incinte. Vi è un gran numero di casi in cui sia madri che nascituri muoiono a causa di aborto spontaneo o infezioni dovute ad attrezzature mediche non sterilizzate, che portano a massicce emorragie ecc. e questi non risultano nelle statistiche dello Stato. Escluse dalle statistiche sono anche le donne incinte che vivono in remote aree montuose o in minoranze etniche e che muoiono perché impossibilitate a farsi ricoverare nelle situazioni di emergenza per mancanza di mezzi di trasporto e per strutture mediche non efficienti. Una volta che le donne e le loro famiglie hanno più bambini di quanti consentiti dal governo, esse sono tenute a pagare pesanti tasse di assistenza sociale per l’infanzia, o si mettono in pericolo partorendo senza servizi medici adeguati, che molte volte è una scelta fatale. Due anni fa, a Liupanshui (Guizhou), un’operaia migrante ha fatto ritorno in segreto al proprio paese d’origine per partorire la seconda volta, ma ha avuto una massiccia emorragia. L’ostetrica non è riuscita a salvarla e sia lei che il nascituro sono morti.

Il 27 settembre 2016, la Commissione per la pianificazione familiare e la salute nazionale ha pubblicato una statistica scioccante: circa sei mesi dopo l’entrata in vigore a livello nazionale della politica dei due figli, il numero di decessi di donne incinte è cresciuto: nella prima metà del 2016, la percentuale di mortalità delle donne incinte nel Paese è cresciuto del 30,6% in confronto all’anno precedente. La Commissione ha dovuto ammettere che “ci sono questioni importanti nel proteggere la sicurezza delle madri e dei neonati” Eppure il vicedirettore della Commissione attribuisce la colpa ad altri fattori: Incremento delle nascite, alta proporzione di donne anziane, alti costi e rischi nell’ostetricia, ginecologia e pediatria; personale medico composto in gran parte da donne giovani che hanno i propri bisogni riproduttivi, e la mancanza di risorse umane. In tal modo pensano di andare alla radice del problema, ma in realtà analizzano solo i rami della pianta! Noi dobbiamo chiedere: Il governo non ha pensato che questi problemi dovrebbero essere affrontati e risolti prima di decidere di applicare la legge dei due figli? Il governo ha stanziato fondi per finanziare un programmi di formazione professionale? Le unità e gli staff sono responsabili nei casi di decesso? Perché vi è un tasso più elevato di madri anziane? Quali responsabilità dovrebbe assumersi il governo per aver attuato una politica del figlio unico coercitiva negli ultimi decenni? Una conclusione che possiamo trarre è che, finché il governo applica il programma coercitivo di nascite programmate, non importa se improntato sulla possibilità di avere uno o due figli, e le donne cinesi non sono libere di gestire il proprio utero, morte e lesioni rimarranno per sempre il loro incubo, e il governo continuerà a scansare ogni responsabilità.

2. Multe coercitive sono una miniera d’oro per i leader

Dagli anni ’80 le informazioni mediche e i dati relativi al controllo delle nascite sono stati etichettati come segreto di Stato e alla fine del decennio sono perfino diventati uno dei principali segreti nazionali. Negli ultimi 40 anni, le sanzioni economiche previste dal controllo delle nascite sono rimaste un mistero.

Il governo non ha mai reso pubblico dove andavano a finire i soldi delle sanzioni, e nessun’agenzia di controllo ha il diritto di pubblicare questo rapporto finanziario. Secondo statistiche incomplete (estese solo a 22 province), la somma complessiva delle multe del 2012 è stata di 16,8miliardi, ma chissà perché, questa importante somma di denaro è stata tenuta segreta e non è diventata di dominio pubblico. Le campagne di anti-corruzione intraprese negli ultimi anni dal presidente Xi Jinping non hanno portato a niente che modificasse la cattiva gestione o l’appropriazione indebita di queste multe.

Nel 2013, L’Ufficio per la salute si è unito al Comitato per il controllo della popolazione ed insieme hanno formato il National Health and Family Planning Commission. Il capo del National Health and Family Planning Commission supervisiona in prima persona la nuova commissione, che è una fusione dei due maggiori sistemi in Cina. L’altra agenzia è capeggiata e fondata dal governo, i.e. il Family Planning Association, con 94milioni di lavoratori part-time (statistiche del sito web ufficiale), svolge la maggior parte delle funzioni del precedente Family Planning Committe. Dal 2015, il fondo più importante del Family Planning Association stanziato dal governo è usato per i 94milioni di personale proveniente dal precedente Family Planning Committe per gestire in modo diretto il programma di nascite di circa 250milioni di contadini in tutte le più grandi città della nazione, i.e sorvegliare e costringere operai migranti a portare avanti l’aspra politica di nascite programmate del Pcc. La politica di sanzioni del governo non è cambiata. Questo significa che quando la nazione necessitava di giovani, i contadini producevano bambini anche durante tempi difficili e li crescevano per farli diventare la principale forza lavoro della società senza ricevere incentivi di nessun tipo dal governo; ora invece se fanno più figli devono addirittura pagare le sanzioni imposte dallo Stato. Se il periodo tra la prima e la seconda gravidanza non rispetta le normative del governo, o se il bambino è stato concepito fuori dal matrimonio, la famiglia viene sanzionata.

La politica di sanzioni del Pcc non è mai stata clemente, e continua a portare a tragedie, decessi, e distruzioni familiari e continua a calpestare la libertà, i diritti delle donne cinesi, la nascita e la vita dei bambini.

3. La pianificazione coercitiva delle nascite porta infiniti problemi alla Cina

La politica coercitiva del controllo delle nascite ha condotto ad ovvi disastri. Oltre all’infame violazione dei diritti umani, c’è anche una serie di problemi sociali come il serio squilibrio di genere e il rapido invecchiamento della popolazione.

a) Serio squilibrio nella struttura della popolazione

Durante il periodo in cui il piano di nascite programmate veniva attuato con durezza, alcune famiglie uccidevano o abbandonavano feti femminili o bambine per rispettare la quota prevista in modo da rispettare le normative nazionali. Gli studiosi cinesi affermano che il tasso di genere (f/m) fra neonati è 118:100. Nel 2000, la proporzione nell’Hainan ha raggiunto i 135,64:100. Il Wric ha collocato i propri attivisti nella cittadina di Erlang (contea di Susong, Anhui) e un insegnante delle elementari ci ha raccontato che c’erano 57 studenti nella sua classe, ma di essi solo 16 erano femmine. Abbiamo condotto uno studio sulla proporzione fra i generi in due villaggi, nel 2010 e 2011,  e la media era rispettivamente 145:100 e 135:100. Gli studiosi avvertono che ci saranno 40milioni di uomini single. Nel 2050, ci saranno 100milioni di uomini che non avranno una donna da sposare. La proporzione fra i generi è rimasta elevata in modo costante per molti anni. Questo non solo distrugge la struttura della popolazione, ma porta anche a molti problemi sociali come l’aumento del crimine. Secondo gli esperti, il governo cinese aumenterà di molto l’arruolamento per affrontare il problema degli uomini non sposati, ma questo sarà una potenziale minaccia alla sicurezza per i Paesi limitrofi.

b) Problemi di invecchiamento ostacolano lo sviluppo economico

Nel libro “Empty Nest of the Great Nation”, l’esperto di studi demografici Fuxian Yi critica la politica cinese del controllo delle nascite. Questo libro è proibito nel Paese. Yi ha chiarito che “la natura della crisi economica cinese è la sua crisi demografica” Al momento, il numero di cinesi oltre i 60 anni sono più di 212milioni (il 15,5% della popolazione). Secondo le previsioni, verso il 2040, gli anziani in Cina raggiungeranno l’apice e supereranno i 400milioni, il che vuol dire che una persona su tre avrà più di 60 anni. Il fenomeno “Empty Nest” (Nido vuoto) e la popolazione che invecchia, intensificherà una serie di problemi sociali e diventerà un onere maggiore.

Dopo un decennio con un tasso di nascite davvero basso, è stato provato che l’entrata in vigore della politica del secondo figlio non cambierà la situazione: nonostante le aspettative degli esperti, i giovani in Cina non hanno intenzione di avere un secondo figlio. Otto dipartimenti del governo a Yichang (Hubei), hanno diffuso un documento che chiede al Pcc, ai membri della Lega giovanile nelle agenzie del governo e nelle unità sociali di prendere l’iniziativa nel produrre secondi figli, proclamando che “un figlio comporta rischi, due figli è bello!”. Non sappiamo se ridere o piangere su questo tipo di propaganda. In ogni caso, essi evidenziano tre punti: (1) La politica del controllo delle nascite attuata per decenni dal Pcc si è rivelata una decisione sbagliata e di vedute miopi. (2) i funzionari locali che hanno applicato la legge sono molto ignoranti; e (3) i leader senza valori dei diritti umani, democrazia e libertà possono per sempre cambiare i loro atteggiamenti dall’oggi al domani, e gli abitanti sono sempre quelli che ne pagheranno le amare conseguenze.

In conclusione, agli occhi dei leader dittatoriali del Pcc, i cittadini sono solo una “macchina produttrice di bambini”. La cosiddetta politica del secondo figlio è solo una rettifica della produttività di questa macchina. I diritti umani delle persone non sono stati protetti da questa politica, quindi senza dubbio, non apporteranno alcun beneficio in termini di libertà nonostante la possibilità di avere un secondo figlio. Solo quando la Cina abolirà in modo completo politica coercitiva del controllo delle nascite e le sanzioni, quando renderà pubblici i dati su nascite e multe degli ultimi anni, riconoscerà le responsabilità dei funzionari, punirà coloro che hanno tolto illegalmente la vita delle persone, fornirà risarcimenti alle donne e alle famiglie perseguitate, rese disabili o morte, solo allora la Cina compirà il primo passo verso una vita vissuta con dignità. 

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