30/06/2010, 00.00
INDONESIA
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La società civile indonesiana contro il Fronte islamico: fomenta l’odio

di Mathias Hariyadi
Al momento, nel Paese sono in vigore 92 leggi ispirate alla sharia. La parte laica del Paese attacca i fondamentalisti: “Vogliono distruggere la Pancasila, i principi laici su cui poggia la nostra nazione”.

Jakarta (AsiaNews) – L’intera nazione indonesiana e la sua espressione civile – forum parlamentari, organizzazioni non governative e gruppi per la difesa dei diritti umani – stanno attaccando il Fronte di difesa islamico. Noto anche come Fpi (Front Pembela Islam), ha un unico difensore: il Partito per la prosperità e giustizia (Pks), che sostiene non sia necessario bandire il gruppo dal Paese.

La posizione del Pks è stata ufficializzata da un’intervista rilasciata da Agus Purnowo, deputato del Partito, che sostiene: “L’eccessiva violenza del Fronte nasce dalla tolleranza che lo Stato dimostra nei confronti di pratiche come prostituzione e pornografia. Se la legge intervenisse, non ci sarebbe bisogno del Fronte”.

Tuttavia, molti indonesiani ritengono il Pks – che fra i suoi presidenti ha avuto anche l’attuale ministro per l’Informazione e la Comunicazione, Tifatul Sembiring – un Partito quasi estremista, il cui scopo principale è quello di introdurre la sharia nel Paese. Lo stesso fine di organizzazioni come l’Fpi, il Consiglio per i mujahidin indonesiani e la Jamaah Anshoruit Tauhid, creati dal controverso religioso islamico Abu Bakar Baasyir.

Il Paese ha iniziato ad attaccare l’Fpi dopo l’ondata di violenze avvenute a Banyuwangi, circoscrizione di East Java: qui, alcuni membri del gruppo estremista hanno cacciato con la forza tre deputati del Partito democratico da un evento pubblico.Secondo i fondamentalisti esso era stato organizzato dal Partito comunista indonesiano, ufficialmente disciolto dal 1965.

Eva Kusuma Sudari, deputata democratica, è intervenuta in Parlamento per denunciare l’accaduto: “Quello che preoccupa di più è l’uso della violenza da parte dei membri dell’Fpi. La polizia dovrebbe tenerne conto, perché soltanto così potremo sciogliere un’organizzazione violenta e illegale”. Un modo di agire, ha aggiunto, “che contrasta con la Pancasila, i cinque ideali di tolleranza che sono alla base del nostro Paese”.

Secondo la deputata, le leggi ispirate dalla sharia sono oppressive nei confronti delle minoranze religiose: “Il governo deve intervenire prima che sia troppo tardi. La violenza serve per portare l’islam radicale nei nostri tribunali”.

Secondo dati ufficiali dell’esecutivo, al momento sono in vigore 92 leggi di ispirazione musulmana radicale: nel distretto di Tangerang, a 25 chilometri da Jakarta, una legge proibisce alle donne di uscire di casa senza la compagnia di mariti o padri, mentre a Aceh o Sumatra è divenuto obbligatorio l’abbigliamento islamico.

 

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