30/09/2014, 00.00
LAOS
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Laos, cristiani ancora perseguitati: si riuniscono per pregare e vengono arrestati

Le autorità di Savannakhet hanno fatto irruzione mentre un leader cristiano e sei fedeli stavano pranzando, al termine delle celebrazioni domenicali. Essi sono tuttora detenuti in un centro governativo; al pastore sono state legate mani e piedi. In precedenza l’amministrazione del villaggio aveva proibito ai cristiani di riunirsi e pregare.

Vientiane (AsiaNews) - Il capo villaggio di Boukham, nel distretto di Atsaphangthong, provincia di Savannakhet, assieme ai responsabili della sicurezza e ai vertici della polizia, ha arrestato il pastore Sompong Supatto e altri sei fedeli. Essi sono incriminati per aver esercitato il diritto alla libertà religiosa, incontrandosi per un momento di preghiera nella casa del leader protestante Supatto. La vicenda, come denuncia Human Rights Watch for Laos Religious Freedom (Hrwlrf), è avvenuta la mattina di domenica 28 settembre nella stessa provincia in cui, a maggio, tre studentesse cristiane non hanno potuto sostenere gli esami scolastici di fine anno a causa della loro fede. E qualche settimana più tardi, a fine giugno, un capo villaggio locale ha impedito la cerimonia funebre e la sepoltura di una donna cristiana neo-convertita. 

Testimoni locali riferiscono che le autorità hanno fatto irruzione mentre il pastore e i sei fedeli stavano pranzando, dopo aver terminato le celebrazioni della domenica mattina. Tutti i membri della comunità sono stati prelevati e rinchiusi negli uffici governativi del villaggio di Boukham. Al pastore, a differenza dei sei fedeli, gli agenti hanno anche legato mani (con le manette di ordinanza) e piedi. 

La settimana precedente, le autorità del villaggio avevano emanato un decreto che proibiva ai cristiani di riunirsi per pregare. Attivisti pro diritti umani e i vertici di Hrwlrf lanciano un appello al governo di Vientiane, perché rispetti la libertà religiosa e i trattati internazionali in tema di diritti civili sottoscritti in passato. Essi chiedono al contempo il rilascio dei detenuti e pene esemplari contro il capo del villaggio di Boukham e gli altri funzionari corresponsabili del blitz anti-cristiano. 

Dall'ascesa al potere dei comunisti nel 1975, con la conseguente espulsione dei missionari stranieri, la minoranza cristiana in Laos è soggetta a controlli serrati e vi sono limiti evidenti alla pratica del culto. La maggioranza della popolazione (il 67%) è buddista; su un totale di sei milioni di abitanti, i cristiani sono il 2% circa, di cui lo 0,7% cattolici.

I casi più frequenti di persecuzioni a sfondo religioso avvengono ai danni della comunità cristiana protestante: nel recente passato AsiaNews ha documentato i casi di contadini privati del cibo per la loro fede o di pastori arrestati dalle autorità. Le maglie si sono strette ancor più dall'aprile 2011, in occasione di una violenta repressione della protesta promossa da alcuni gruppi appartenenti alla minoranza etnica Hmong.

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