25/07/2012, 00.00
SIRIA
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L'esercito siriano riprende il controllo della capitale. L'offensiva si sposta ad Aleppo

Dopo sei giorni di bombardamenti Damasco è ormai una città fantasma. Ma la situzione sta tornando alla normalità. Fonti di AsiaNews raccontano il lavoro della Chiesa a favore di rifugiati e popolazione. Ad Aleppo l'esercito utilizza elicotteri e aerei da guerra per combattere i ribelli.

Damasco (AsiaNews) - Interi quartieri distrutti, strade e università deserte, prezzi dei beni alimentari alle stelle: è il clima che si respira a Damasco dopo sei giorni di scontri fra ribelli ed esercito di Bashar al-Assad. Fonti di AsiaNews sottolineano che vi sono ancora sparatorie nei quartieri settentrionali della città, roccaforte dei ribelli, ma l'esercito avrebbe ripreso il controllo di gran parte delle aree sotto il contro del Free Syrian Army (Fsa).

"Per stanare i guerriglieri dell'Fsa - affermano le fonti -  i militari hanno raso al suolo interi quartieri con elicotteri e mezzi pesanti. In molte zone la situazione sta tornando alla normalità oggi il governatore della provincia di Damasco ha promesso che tutto verrà ricostruito. La popolazione ha paura e in molti fuggono in altre città o verso i confini con Libano e Turchia". Le fonti notano che in questi giorni di terrore e tensione l'unica istituzione vicina alla popolazione è stata la Chiesa, impegnata a fornire cibo e aiuti umanitari agli sfollati provenienti da Homs e alla gente dei quartieri colpiti dai bombardamenti. 

Intanto, l'offensiva dei ribelli si è spostata ad Aleppo, dove questa mattina sono avvenuti pesanti combattimenti nei quartieri meridionali della città. Secondo l'Osservatorio siriano per i diritti umani, il regime sta utilizzando elicotteri da guerra e aerei per riprendere il controllo delle zone in mano all'esercito libero siriano.

L'artiglieria governativa ha ripreso a bombardare  anche le altre roccaforti della resistenza anti-regime nelle regioni di Homs, Damasco, Hama, Idlib e Dayr az Zor. Oggi, la Turchia ha annunciato la chiusura dei confini per evitare incursioni sul suo territorio.  

 

 

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