02/03/2017, 16.03
CINA
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Lettera ai leader mondiali dai familiari degli avvocati del “709” sui dettagli emergenti delle orribili torture

L’ufficio della pubblica sicurezza, il procuratorato municipale, il secondo centro di detenzione di Changsha e tutte le persone coinvolte nel caso di Xie Yang hanno agito in modo complice gli uni con gli altri. Hanno impedito agli avvocati di vedere Xie Yang, hanno insabbiato la tortura destinata ad ottenere una confessione e punito un uomo del tutto innocente.

Pechino (AsiaNews) – China Change ha pubblicato una lettera firmata da Wang Qiaoling , Li Wenzu, Chen Guiqiu, Jin Bianling, che AsiaNews pubblica in una sua traduzione.

La lettera è stata consegnata a:

  • Il senatore degli Stati Uniti Marco Rubio e al deputato Chris Smith, copresidenti della Commissione congressuale esecutiva sulla Cina;
  • Il deputato James McGovern e Joseph Pitts, copresidenti della Commissione Tom Lantos per i diritti umani del congresso degli Stati Uniti
  • La cancelliere tedesca Angela Merkel
  • Il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier
  • Il ministro degli Esteri Sigmar Gabriel
  • Il presidente francese François Hollande
  • Il primo ministro francese Bernard Cazeneuve

Vi ringraziamo per la vostra notevole attenzione alla situazione dei diritti umani in Cina, soprattutto riguardo gli “avvocati del 709” che sono stati presi di mira dal 9 luglio 2015 fino ad oggi. Il caso è iniziato con una massiccia sparizione di avvocati, privati del loro diritto ad avere una difesa legale e li ha costretti a confessioni forzate. Dopo un anno e sette mesi ci sono ancora quattro avvocati (Xie Yang 谢阳, Jiang Tianyong 江天勇, Wang Quanzhang 王全璋 and Li Heping 李和平) e l’attivista Wu Gan (吴淦) che sono detenuti. Di recente, sono giunte alcune notizie sulle torture che hanno subito durante la prigionia.

Da settembre 2016 in poi, due dei sottoscritti (Li Wenzu 李文足 and Wang Qiaoling  王峭岭) hanno incontrato quattro delle persone appartenenti al gruppo dei 709 detenuti che ora sono stati liberati, per imparare dalle loro esperienze durante la prigionia. A causa delle molte esortazioni ricevute, guidate dalla paura di ripercussioni verso loro stessi e i propri familiari, le informazioni che seguono non presenteranno riferimenti a persone specifiche.

La maggior parte dei 709 avvocati e dei cittadini arrestati sono stati collocati e torturati per sei mesi in strutture detentive dalla posizione ignota, note come “sorveglianza residenziale presso una località designata”. Qui di seguito c’è un sommario delle principali categorie di torture che essi hanno subito.

  1. Assunzione forzata di farmaci. A prescindere dalle condizioni di salute, ai detenuti venivano somministrati farmaci. Il più delle volte si trattava di farmaci destinati a curare l’ipertensione. Altri medicinali includevano tranquillanti o barbiturici di diversi tipi e psicofarmaci. Dei quattro ex-detenuti intervistati, la persona che assumeva meno farmaci era costretta ad ingerire due pillole al giorno – con la scusa che i trattava di medicinali per il trattamento della pressione alta (anche se era in buona salute e non soffriva di ipertensione). La persona che assumeva più farmaci era costretta ad ingerire 20 pillole al giorno, inclusi barbiturici, psicofarmaci e altri farmaci non identificati che inducevano stordimento e confusione. Le vittime sono state obbligate ad assumere farmaci o raggirate affinché li assumessero.
  1. Maratona di interrogatori e privazione del sonno. Sfibranti sedute di interrogatori sono diventate quasi obbligatorie per i 709 detenuti. Essi venivano chiamati in modo costante per rispondere a domande e gli veniva impedito di dormire. Mentre gli addetti agli interrogatori si davano il cambio durante le sessioni notturne, i detenuti sfiniti venivano spintonati, percossi o gli venivano dati schiaffi sulle orecchie per farli rimanere svegli. Le vittime venivano costrette a sedere nella stessa posizione su uno sgabello e quando arrivavano al punto di addormentarsi venivano svegliate in modo brusco. I metodi di tortura sono infiniti.
  1. Percosse, torture alle gambe e waterboarding. Essere picchiati era all’ordine del giorno. La peggiore era la tortura alle gambe da parte delle guardie. I prigionieri, seduti a terra, sarebbero stati costretti a poggiare le gambe su una barra di metallo posta a circa 30 centimetri da terra. Un’altra barra invece gli  passava fra le tibie mentre una persona si sedeva all’estremità. Se la vittima non confessava, veniva aggiunto peso alla barra causando dolori atroci. I prigionieri venivano anche chiusi dentro delle gabbie immerse in acqua e lasciati lì dentro per sette giorni, con il corpo interamente immerso e un piccolo spazio in cima per respirare. Quando i detenuti provavano ad addormentarsi, i ratti si avvicinavano alla vittima mordendola sul naso e sulle orecchie.
  1. Minacce alla vita, alla libertà e alla famiglia. Le vite e la libertà delle mogli e dei figli dei prigionieri sono state minacciate. Uno dei figli dei prigionieri è stato preso in custodia da alcuni funzionari di pubblica sicurezza, i quali lo hanno minacciato di arrestarlo nel caso in cui il prigioniero non avesse confessato. In altre occasioni, il padre e il fratello dei prigionieri sono stati arrestati e tenuti in custodia fintanto che il prigioniero non ha confessato.

Questi sono solo alcuni dei tipi di tortura che vengono usati. Quando abbiamo sentito tutto questo per la prima volta siamo rimasti davvero scioccati. Un superpotere che appartiene a un Paese che si dipinge responsabile e “governato secondo la legge”, porta avanti terribili atti di tortura contro un gruppo di avvocati. In seguito, dopo averci riflettuto, abbiamo capito che questo è solo il normale modus operandi del governo cinese. A luglio 2017, Li Heping è stato sequestrato dai funzionari dell’ordine pubblico e torturato con l’elettroshock fino a perdere i sensi. A febbraio 2011, Jiang Tianyong è sparito ed è stato torturato per due mesi. A giugno 2015, Wang Quanzhang, mentre svolgeva i propri incarichi da avvocato in un tribunale è stato schiaffeggiato da degli ufficiali giudiziari quasi 100 volte. La tortura e gli abusi offerti da Xie Yang sono già stati indicati nel dettaglio dai suoi legali e parte di essi appaiono come addendo a questo messaggio. La descrizione di questi fatti rappresenta la vera faccia del governo cinese – un governo che saccheggia, uccide e distrugge i comuni cittadini cinesi.

Noi speriamo che possiate unirvi alla nostra iniziativa globale per denunciare e condannare questi atti di tortura da parte del governo cinese e appellarci alle autorità cinesi per indagare e perseguire i colpevoli e gli altri responsabili. Questi avvocati per i diritti umani sono l’orgoglio della Cina e dovrebbero essere rilasciati immediatamente.

Grazie a tutti!

I vostri sinceri amici,

Wang Qiaoling (moglie di Li Heping)

Li Wenzu (moglie di Wang Quanzhang)

Jin Bianling (moglie di Jiang Tianyong)

Chen Guiqiu (moglie di Xie Yang)

(Le identità della maggior parte dei 709 familiari delle vittime devono rimanere anonime in quanto sono stati avvertiti di non parlare per i loro cari)

Allegato: Le torture sofferte da Xie Yang

I principali clienti di Xie Yang erano contadini rurali ai quali il governo ha demolito la casa e li ha costretti a migrare altrove nel Paese. Egli è stato arrestato l’11 luglio 2015 e per 16 mesi gli è stato proibito di vedere il proprio legale. Durante lo stesso periodo, all’ avvocato di Xie è stato proibito di studiare il caso. Al suo primo avvocato difensore, Lin Qilei () non è stato mai permesso di incontrarlo o leggere il fascicolo del suo cliente. Solo il 21 novembre 2016, al suo nuovo avvocato Zhang Zhongshi (张重实) è stato permesso di incontrarla, ma Xie è stato costretto a licenziare Lin Qilei. Il 16 dicembre il caso è stato trasferito alla Corte d’appello municipale di Changsha.

Dal suo arresto nella mattina dell’11 luglio 2015 fino a mezzanotte del 12 luglio – un totale di più di 40 ore – è stato privato del sonno. All’inizio del giorno dopo, ha iniziato un interrogatorio di 7 giorni, durante i quali gli è stato permesso di dormire solo nove ore. Tutto questo va ben oltre ciò che una persona può sopportare. La privazione del sonno ha portato Xie Yang all’esaurimento nervoso.

Durante i sei mesi di detenzione forzata, Xie Yang è stato costretto a sedere su una pila di sgabelli di plastica e lasciar pendere nel vuoto le proprie gambe. Una delle gambe di Xie, che riportava ferite, i è gonfiata a tal punto che lui è rimasto quasi storpio. Ogni giorno, durante la lunga sessione di interrogatori subiva percosse, minacce, insulti, grida e gli veniva soffiato fumo in faccia. Persino quando il suo corpo tremava e sudava freddo in un palese stato di febbre e sofferenza gli agenti della sicurezza nazionale lo picchiavano fino a farlo cadere in terra, a faccia in giù e premevano sul suo petto soffocandolo e colpendolo fino alla commozione cerebrale. Tutte le osservazioni che venivano fatte dagli agenti ruotavano attorno a tre argomenti specifici: che la vittima non aveva soldi, voleva acquisire visibilità e che voleva opporsi al Partito e al socialismo. Egli è stato spinto quasi fino alla morte, ma gli agenti lo hanno lasciato vivo in modo da poter prolungare il suo tormento. Mentre lo torturavano, gli agenti cercavano di persuaderlo a collaborare e a fornire dettagli sui suoi colleghi in cambio di ricompense. Quando essi non riuscivano a convincerlo, minacciavano la sicurezza e la vita di sua moglie e suo figlio o il lavoro dei suoi amici e familiari nel tentativo di dominarlo. Tutti i rapporti prodotti durante gli interrogatori sono falsi. Gli agenti li hanno scritti e fatti firmare da Xie Yang senza la possibilità di richiedere cambiamenti e torturandolo in caso di rifiuto.

Durante l’anno trascorso presso il centro di detenzione, i funzionari e le guardie sono state molto addosso a Xie Yang nel tentativo di farlo confessare. Hanno proibito a tutti gli altri prigionieri di avere qualunque contatto con lui. A nessuno è stato permesso di parlare con lui o di dargli o prestargli qualcosa, persino di poterci giocare a carte, a mah jong, a scacchi o di permettergli qualunque forma di svago. Gli è stato vietato di usare i soldi che possedeva sul proprio conto bancario, così per molto tempo non ha potuto comprare il dentifricio o persino la carta igienica. I pubblici ministeri e la polizia, hanno usato la scusa di interrogarlo per indurlo a confessare, impedendogli di vedere un avvocato e minacciandolo di non dire una parola riguardo le torture.

 

 

 

 

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