09/11/2012, 00.00
CINA - HONG KONG
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Lodi sperticate e critiche taglienti sul "vuoto" discorso di Hu Jintao

di Wang Zhicheng
I media statali esaltano "lo spirito tenace, duro e incessante"; gli attivisti ricordano che in questi 10 anni la corruzione è divenuta endemica. È necessario separare Partito e Stato, come proposto già nell'87 dallo sfortunato Zhao Ziyang. A Hong Kong manifestazione per la democrazia nel territorio e nella madrepatria.

Pechino (AsiaNews) - I media statali sono pieni di lodi sperticate al discorso tenuto ieri da Hu Jintao all'apertura del 18mo Congresso del Partito comunista cinese (Pcc), ma attivisti e dissidenti scaricano il suo proclama di 90 minuti come "per nulla nuovo" e addirittura "vuoto" .

La maggior parte dei giornali cinesi ha attinto a piene mani ai resoconti dell'agenzia Xinhua, sottolineando le parole di Hu riguardo alla corruzione e allo sviluppo economico. Un editoriale del "Quotidiano del popolo" sottolinea che i 220 delegati hanno applaudito il discorso in molti punti e hanno mostrato "un forte sostegno" allo "spirito tenace, duro e incessante" nell'affronto delle sfide a venire.

Ma attivisti per i diritti umani fanno notare che perfino gli appelli di Hu contro la corruzione non sono nulla di nuovo. "Hanno detto queste cose innumerevoli volte", dice  il giornalista Xiao Jiansheng, "anche la minaccia che, travolto dalla corruzione, il Partito potrebbe cadere".

In effetti tale minacci ricorre nei discorsi dei leder dai tempi di Jiang Zemin e più di recente nei messaggi di Hu, ma negli ultimi 10 anni del suo governo la corruzione è divenuta endemica.

Per gli attivisti, la soluzione contro la corruzione è una riforma politica che separi il Partito dal governo, così che l'amministrazione possa verificare l'operato del partito. Tale separazione sarebbe la vera riforma politica, già richiesta da dissidenti come Liu Xiaobo e da tutti i firmatari di Carta 08.

La distinzione fra il potere esecutivo e legislativo e il partito è una delle riforme proposte da Zhao Ziyang nel 1987, al 13mo Congresso. Essa è rimasta bloccata dopo il massacro di Tiananmen, le dimissioni forzate e l'arresto di Zhao per essere stato contrario all'intervento violento dell'esercito.

La giornalista dissidente Gao Yu, intervistata da Rfa, definisce il discorso di Hu "una barzelletta". "Questa gente è stata al potere per 10 anni, sotto la leadership del Partito e la corruzione oggi è peggiore che 10 anni fa... È perfino peggio che durante l'amministrazione di Jiang Zemin...E la responsabilità è sua [di Hu]: è lui il presidente".

Paragonando il discorso di Hu a quello di Zhao Ziyang nell'87, Gao Yu afferma: "Al 13mo Congresso hanno discusso per separare il Partito e lo Stato, limitando il potere del Partito... Il governo doveva avere sempre più potere e la società civile doveva avere la garanzia di conferire col governo. Questa sarebbe la via della riforma".

Nel discorso di Hu tenuto ieri, vi è solo un accenno alle "consultazioni" con il popolo, ma senza alcuna elaborazione.

Ieri, fra i temi affrontati dal presidente uscente vi è anche l'appello alla popolazione di Hong Kong di non coltivare sentimenti "anti-cinesi". Il riferimento è alla resistenza del territorio ad avere nelle scuole un "insegnamento patriottico" che esalti i successi cinesi senza alcuna visione critica. In realtà, secondo alcuni dissidenti, la paura del regime è che il movimento democratico si comunichi da Hong Kong a tutta la Cina.

Ieri, in contemporanea con l'apertura del Congresso, ad Hong Kong vi è stata una manifestazione per un maggior rispetto dei diritti umani nel territorio e nella madrepatria. Al grido di "Basta con gli espropri forzati!"; "Liberate tutti i dissidenti!" e "Garantite la libertà religiosa!", centinaia di persone hanno chiesto la fine del partito unico.

Lee Cheuk-yan, parlamentare democratico, ha dichiarato: "Non basta affermare la democrazia ad Hong Kong; vogliamo che anche la Cina diventi democratica. Solo così Hong Kong avrà la garanzia di un modo di vivere libero e democratico".

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