12/09/2011, 00.00
SRI LANKA
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L’11 settembre ha cambiato anche lo Sri Lanka

di Melani Manel Perera
Gli attacchi di New York hanno sconvolto l’equilibrio politico-militare dello Sri Lanka. L’islamizzazione dei costumi, anche tra i musulmani ricchi e moderati, è la seconda conseguenza. Le opinioni di un docente srilankese di Scienze Politiche all’università di Philadelphia.
Colombo (AsiaNews) – Il regime del presidente Mahinda Rajapaksa, ha usato “in modo furbo ed egoistico” la ‘guerra al terrorismo’ del presidente Bush, contro i ribelli tamil e i propri avversari politici. È l’opinione di A.R.M Imtiyaz, professore associato del dipartimento di Scienze Politiche alla Temple University di Philadelphia, sui cambiamenti provocati dall’attacco alle Twin Towers di New York, l’11 settembre 2001, in tutto lo Sri Lanka. Ieri gli Stati Uniti hanno celebrato il decimo anniversario dall’attentato.

Il docente spiega: “L’11 settembre ha cambiato l’equilibrio politico-militare dello Sri Lanka, accentuando le divisioni interne ai ribelli tamil e indebolendo la classe politica di quegli anni. Rajapaksa ha trovato nel post 11 settembre un clima politico e militare a lui favorevole. Le Ltte (Tigri Tamil) non erano in grado di comprendere la geopolitica dietro quegli attacchi: hanno commesso degli errori e ha aiutato in modo indiretto Rajapaksa. Le proposte politiche dei ribelli tamil avrebbero potuto avere risultati positivi, se il mondo non fosse stato testimone di quei brutali attacchi”. Per questo “se non ci fosse stato l’11 settembre – ribadisce Imtiyaz – l’attuale classe politica avrebbe affrontato serie difficoltà”.

Nel 2001, infatti, il governo dello Sri Lanka e le Tigri Tamil – impegnati da vent’anni in una sanguinosa guerra civile – avevano raggiunto una tregua, grazie alla mediazione della Norvegia. Tuttavia, la pace ha avuto vita breve: alle elezioni presidenziali del 2005 Rajapaksa (forte oppositore del Ltte) ha vinto, e di lì a poco il conflitto è ripreso più aspro di prima, per concludersi solo nel 2009.

Secondo il docente, gli attentati del 2001 hanno provocato una profonda polarizzazione anche tra i musulmani dello Sri Lanka (circa il 10% della popolazione, 1,7 milioni secondo l’ultimo censo, ndr), sempre più incoraggiati ad aderire all’ortodossia dell’islam. “Dopo quella data – spiega il docente – anche i musulmani di Colombo, noti per lo stile di vita relativamente liberale, hanno subito una crescente islamizzazione. Donne costrette a indossare l’hijab, grazie alle campagne sistematiche sull’importanza dell’uso islamico del vestire”.

“Chi sostiene queste campagne – conclude Imtiyaz – non usa la violenza fisica, ma fa leva sulle azioni dell’occidente contro i musulmani del Medio oriente. Atteggiamenti che per gli islamici dello Sri Lanka non hanno nulla a che fare con la promozione della democrazia, ma solo con i loro interessi personali”.
 
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