08/06/2021, 11.30
TAIWAN
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Minaccia Covid-19 per i campioni hi-tech: Taipei rimane fiduciosa

Nuovi focolai in quattro compagnie elettroniche. Timori per la produzione di microchip, fiore all’occhiello dell’economia nazionale. Nonostante la recrudescenza dei contagi, il governo si aspetta una crescita economica del 5,5% nel 2021. Direttore del Global Taiwan Institute: i 400 casi giornalieri nell’isola sarebbero visti come un “miglioramento” in tanti altri Paesi.

Taipei (AsiaNews) – La nuova ondata di contagi da Covid-19 minaccia le compagnie hi-tech del Paese, fiore all’occhiello dell’economia taiwanese. Foxsemicon Integrated Technology Inc è diventato ieri il quarto gruppo elettronico dell’isola a registrare casi d’infezione. In totale le aziende che operano nei distretti tecnologici di Miaoli e Hsinchu contano fra i propri lavoratori 250 positivi: molti sono migranti.

Per contenere la diffusione del coronavirus nei due hub, le autorità sanitarie hanno avviato controlli diagnostici a tappeto. A Hsinchu ha sede Taiwan Semiconductor Manufacturing, il più grande produttore mondiale di microchip, usati in tutti gli ambiti tecnologici. L’industria locale di semi-conduttori ha un giro d’affari annuo da 10,3 miliardi di dollari; l’offerta mondiale di microchip ha problemi a tenere il passo con la crescente domanda di strumenti elettronici generata dalla pandemia, e la produzione taiwanese assume un valore sempre più strategico.

Le imprese colpite dai contagi si aspettano questo mese un calo di rendimento, ancora difficile da quantificare. La situazione è aggravata anche da una persistente siccità e da continui blackout per il sovraccarico energetico.

Il governo della presidente Tsai Ing-wen è fiducioso di poter costruire una “linea di difesa” per proteggere i gioielli nazionali dell’hi-tech. Nonostante il riemergere della pandemia da metà maggio, Taipei confida ancora di crescere al ritmo più alto degli ultimi 10 anni, trainata dal boom delle esportazioni. L’Ufficio nazionale di statistica stima che il Pil dell’isola segnerà un +5,5% alla fine dell’anno.

Oggi il Paese ha registrato 219 infetti e 22 morti: numeri in calo rispetto alla media dei giorni scorsi. Secondo Russell Hsiao, direttore esecutivo del Global Taiwan Institute, è comprensibile la preoccupazione per la recente impennata dei contagi, soprattutto alla luce degli ottimi risultati ottenuti dal governo nelle prime fasi della pandemia. Parlando ad AsiaNews, Hsiao fa notare però che “in termini relativi una media giornaliera di circa 400 nuovi casi impallidisce di fronte ai migliaia conteggiati ancora in altri Paesi. Egli sottolinea che i numeri di Taiwan sarebbero considerati in realtà un miglioramento in Paesi come gli Stati Uniti, ancor di più in India, dove è in corso una vera e propria crisi sanitaria.

La presidente Tsai è criticata da più parti per le lentezze nella campagna di vaccinazione. Hsiao non è d’accordo: “Sostenere che l’amministrazione Tsai ha fallito dopo la recrudescenza dei casi è come dire di aver perso una partita di baseball dopo aver fatto un brutto inning. Non è finita finché l’arbitro non fischia. Ho fiducia che al termine della pandemia Taiwan risulterà tra i Paesi che l’hanno gestita meglio”.

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