17/08/2012, 00.00
PAKISTAN - INDIA
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Minoranze indù e cristiane perseguitate in Pakistan; senza garanzie in India

di Nirmala Carvalho
Le famiglie indù che fuggono dal Pakistan temono per le loro figlie rapite, convertite e sposate a forza a musulmani. Le minoranze cristiane subiscono le stesse violenze. In India non vi è una legge per i rifugiati e gli indù fuggiti attendono da decenni la cittadinanza indiana. Il partito nazionalista indù chiede protezione solo per gli indù. "I cristiani doppiamente discriminati". È urgente una politica verso le minoranze in tutta l'Asia del sud.

New Delhi (AsiaNews) - La notizia della fuga di diverse famiglie indù dal Pakistan, a causa della persecuzione religiosa, sta scuotendo il mondo politico a Delhi e a Islamabad. Personalità cristiane ricordano che anche i cristiani sono sottoposti  come gli indù alle stesse e chiedono che India e Pakistan operino a garantire dignità e diritti alle minoranze non islamiche.

Il 13 agosto scorso almeno 250 persone - tutti gruppi familiari indù -hanno attraversato a Wagah la frontiera fra Pakistane India, raccontando di aver "attraversato l'inferno" , l'emarginazione e la tortura e di volere trovare rifugio.

Per capire la loro situazione, AsiaNews ha domandato qualche spiegazione a p. James Channan, domenicano, del  Peace Center di Lahore (Pakistan).  "Le comunità indù e quelle cristiane - afferma - subiscono gli stessi problemi da parte dei musulmani, soprattutto gli islamisti radicali. Giovani ragazze indù e cristiane e perfino adolescenti  vengono rapite dai musulmani. La cosa terribile è che quando poi sono ritrovate, gli islamici dicono che esse si sono fatte musulmane e che si sono sposate. In tal modo, i loro parenti  - madri e sorelle - non possono nemmeno toccarle o entrare in contatto con loro. Quello di convertirle è davvero un atto vergognoso". Lo scorso anno almeno 20 ragazze sono state rapite, convertite e sposate in modo forzato.

"La notizia dell'esodo di 150 famiglie indù verso l'India  - continua - rappresenta un campanello di allarme. Dopo ciò, il presidente Asif Ali Zardari ha varato un comitato per studiare il problema e la situazione dei non musulmani in Pakistan. Anche il governatore della provincia del Sindh ha creato un comitato per produrre una legge in difesa delle minoranze e farlo approvare dall'assemblea. Una legge simile sarà presentata all'Assemblea nazionale. Essa dovrebbe proteggere le minoranze non musulmane dai matrimoni forzati e dalle conversioni all'islam, portando un po' di sollievo alle povere, depresse, perseguitate minoranze pakistane".

"Indù e cristiani in Pakistan - circa 7 milioni su una popolazione di 180 milioni - sono cittadini leali e impegnati del Pakistan e contribuiscono al meglio allo sviluppo del Paese".

Il problema delle minoranze in India

L'arrivo delle famiglie indù dal Pakistan sta creando problemi anche in India. Infatti, nel migliore dei casi, le famiglie fuggite rimarranno in India come migranti illegali, dato che il Paese non ha una legge nazionale per i rifugiati. Essa tratta tutti gli arrivi dalle nazioni vicine  a seconda della situazione. Migliaia di indù pakistani giunti in India in questi  decenni non hanno ancora ricevuto la cittadinanza indiana. Gli indù che fuggono dal Pakistan chiedono un visto per pellegrinaggi o per motivi familiari e poi scompaiono nell'anonimato.

L'arrivo di 250 indù pakistani ha spinto alcuni parlamentari nazionalisti del Bjp (Bharatiya Janata Party) e del Bjd (Biju Janata Dal) a chiedere di poter accogliere in modo permanente i rifugiati indù. "Se gli indù perseguitati non possono venire in India, dove potranno andare?" ha chiesto Prakash Javadekar, portavoce del Bjp.

Tale proposta rischia di produrre una nuova discriminazione: quella verso i cristiani. Sajan K George, presidente del  Global Council of Indian Christians(Gcic), ad AsiaNews spiega l'ingiustizia presente nella proposta del Bjp:  "Anche la comunità cristiana in Pakistan è oppressa per la sua identità religiosa e non dovrebbe essere discriminata in modo doppio dalle nazioni vicine, che promuovono e difendono solo l'ideologia indù".

Per Sajan George, " L'India deve offrire protezione a tutte le minoranze in Pakistan e  nell'Asia del sud e promuovere dignità, tolleranza, diritti delle minoranze per la pace e l'armonia della regione".

Secondo il presidente del Gcic, "l'India è un potere emergente e dovrebbe formulare una politica verso le minoranze nell'Asia del Sud.  Il nostro Paese - unica costituzione laica nella regione - dovrebbe affrontare il tema dei diritti delle minoranze al Saarc (South Asian Association for Regional Cooperation), l'organismo regionale di cooperazione fra gli Stati dell'Asia del Sud".

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