10/12/2007, 00.00
CINA
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Mons. Lu Shouwang, il vescovo della diga delle Tre Gole

La Chiesa di Yichang è stata stravolta dal faraonico progetto idroelettrico: vi sono ora molti cattolici migranti, giunti dalle campagne, oltre a turisti stranieri e di altre parti della Cina. Per rispondere alle esigenze pastorali, il vescovo ha costituito decine di “punti di preghiera”, affidati ai laici.

Yichang (AsiaNews) – Il neo-ordinato vescovo di Yichang, mons. Francesco Lu Shouwang, ha inserito nel suo stemma episcopale il disegno della diga delle  Tre Gole. La sua missione e quella della Chiesa nella sua diocesi, è segnata infatti dalla presenza di questo faraonico progetto idroelettrico.

Mons. Lu è stato ordinato il 30 novembre scorso con l’approvazione della Santa Sede e il benestare del governo di Pechino. Alla cerimonia, svoltasi nella cattedrale di san Francesco, hanno partecipato oltre 1000 fedeli da diverse diocesi e una gran quantità di personalità del governo. Durante la cerimonia il vescovo non ha citato la sua approvazione da parte del papa, ma secondo fonti di AsiaNews, proprio prima dell’ordinazione, mons. Lu ha distribuito a tutti i sacerdoti presenti copia dell’approvazione della Santa Sede.

Yichang si trova lungo le rive del fiume Yang Tze, nell’Hubei ed è definita “il più grande centro di risorse idroelettriche della Cina”. La Diga delle Tre Gole si erge a circa 40 chilometri a monte dalla città . Il vescovo ha scelto di mettere il simbolo della Diga nel suo stemma episcopale. In un’intervista ad Ucanews, mons. Lu afferma che la costruzione della Diga ha trasformato il volto della sua diocesi.

Il progetto di questa diga, la più grande del mondo, è iniziato nel 1994 e dovrebbe concludersi nel 2010.

É alta 185 metri e lunga 2,3 km ed ad oggi – pur non a pieno regime - è capace di produrre 84,7 miliardi di kw-ora all’anno. Ambientalisti e personalità governative temono che la diga stia producendo un enorme catastrofe ecologica. Fino ad oggi sono stati sfollati almeno 5 milioni di residenti per far posto al bacino e per evitare il pericoli di frane e inondazioni. D’altra parte, da quando sono iniziati i lavori della diga, milioni di persone si sono riversate dalle campagne nelle città per trovare qualche lavoro.

I 30 mila cattolici della diocesi sono per la maggior parte dei contadini, ma ormai i giovani e molti adulti giungono in città per studiare. “La pastorale di tutta questa popolazione migrante è una sfida importante”, dice il vescovo.

Oltre alle parrocchie, la diocesi ha stabilito decine di “punti di preghiera” per raccogliere i fedeli. La diocesi ha 21 preti, 6 seminaristi e 12 suore. Per svolgere le attività pastorali in questi “punti di preghiera” si fa molto affidamento sui laici. Alla popolazione migrante dell’Hubei, si aggiungono anche migliaia di turisti cinesi e stranieri che giungono in città per visitare la diga.

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