20/09/2010, 00.00
RUSSIA
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Mosca, se i musulmani finiscono a pregare nelle chiese

di Nina Achmatova
Il mufti della capitale avverte: mancano moschee, non vorremmo finire a celebrare le nostre funzioni nelle chiese. Il Patriarcato ortodosso russo si dice “felice di accogliere i fratelli musulmani”.Ma si tratta di dichiarazioni di facciata, per rispettare la politica governativa di tolleranza. Nessuna delle due comunità ha intenzione di arrivare a soluzioni così “estreme”.

Mosca (AsiaNews) – I musulmani di Mosca potrebbero essere costretti a pregare nelle chiese ortodosse per mancanza di moschee, anche se preferirebbero non arrivare a una decisione così “estrema”. L’avvertimento arriva dall’imam della moschea principale della capitale russa Ildar Ayautdinov, che risponde così alle proteste dei cittadini contro il progetto di costruzione di un luogo di culto islamico nel quartiere di Tekstilschiki. La Chiesa ortodossa si dice disponibile ad accogliere i fedeli musulmani, ma studiosi di islam spiegano che i leader religiosi musulmani stanno ingigantendo la situazione che non è così drammatica.

“Mosca è l’unico posto al mondo dove più di un milione di musulmani devono vivere solo con quattro moschee. I musulmani hanno il permesso di svolgere le loro funzioni religiose anche nelle chiese ortodosse, ma preferiremmo evitare misure così estreme”, ha detto ieri Ayautdinov in un’intervista al quotidiano russo Metro. Lo scorso 11 settembre, i residenti di Tekstilschiki sono scesi in piazza, lungo il viale Volga, per dire di no alla moschea che dovrebbe sorgere in un’area verde, l’unica nel raggio di diversi chilometri. Secondo gli abitanti della zona, che stanno raccogliendo firme per una petizione, la moschea “creerebbe problemi di parcheggio e rappresenterebbe una minaccia per i padroni dei cani”, animali ritenuti incarnazione del diavolo dai fedeli dell’islam. In precedenza gli stessi residenti avevano chiesto di avere in quell’area una cappella ortodossa, ma il permesso era stato negato. Dal canto loro, i sostenitori della costruzione della moschea, come Arthur Urmanshin, assicurano: le moschee a Mosca prima erano di più.

Dmitri Smirnov, capo del dipartimento del Patriarcato di Mosca per le relazioni con le Forze armate, fa sapere che “le porte delle nostre chiese sono aperte ai fratelli musulmani”. “Già ora – continua – alcuni musulmani partecipano alla costruzione di chiese, scuole domenicali o a restauri del nostro patrimonio artistico religioso, come per esempio i fratelli uzbeki e tagiki a cui siamo molto grati”.  

Le parole dell’arciprete vanno lette nel quadro di una strategia della tolleranza verso la componente musulmana, tipica della politica del premier Vladimir Putin interessato a contenere le spinte separatiste all’interno del Caucaso musulmano. La Chiesa ortodossa si è adattata alla politica governativa in cambio del riconoscimento da parte del potere di sua certa supremazia a livello culturale e sociale in Russia.  

Secondo l’esperto di islam Roman Silantyev, intervistato dall’agenzia Interfax, la richiesta di nuove moschee da parte dei musulmani di Mosca è senza fondamento. “E’ tempo di finire ogni speculazione sulla discriminazione dei musulmani nella capitale”, ha detto. Egli corregge il mufti Ayautdinov e precisa che il numero effettivo dei fedeli musulmani si aggira “intorno ai 400mila e le moschee a disposizione non sono quattro, ma sei”. Accanto a queste, continua, sorgono dozzine di altre piccole moschee e stanze di preghiera, sufficienti per tutta la comunità. Secondo Silantyev, le lamentele sulla carenza di moschee a Mosca “non nascono dall’esigenza di prendersi cura dei fedeli, ma dal desiderio di concentrare tutte le donazioni in pochi posti controllati da una sola organizzazione islamica piuttosto che l’altra”.

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