30/01/2023, 08.54
RUSSIA
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Nazionalisti baškiri di Russia fanno sentire la propria voce

di Vladimir Rozanskij

Attivisti indipendentisti molto attivi all’estero. Contrari alla guerra contro l’Ucraina. Le rivendicazioni in Russia soffocate dalle autorità. Continuano le azioni di singoli individui. Si moltiplicano però gli arresti di chi promuove la causa baškira.

Mosca (AsiaNews) – Il politico baškiro Ruslan Gabbasov, che dall’esilio in Lituania continua a sostenere la causa indipendentista della repubblica russa dei tatari del Baškortostan, ha pubblicato su Idel.Realii una valutazione della crescita del movimento nazionalista dall’attacco all’Ucraina.

Molti attivisti baškiri quest’anno si sono espressi contro l’invasione, e le repressioni delle autorità si sono intensificate nei loro confronti. Lo stesso Gabbasov è stato accusato di terrorismo e attentato all’integrità dello Stato. Da Vilnius anima il movimento “Baškort”, per sostenere la causa dell’autonomia dei popoli e della vera federalizzazione della Russia, da ottenere “per via democratica”.

Il 2022, secondo Gabbasov, entrerà nella storia non solo come l’anno della catastrofica guerra della Russia contro l’Ucraina, ma anche come l’inizio della rinascita dei movimenti nazionali dei tanti popoli della Federazione, a cominciare proprio dai baškiri. Le autorità della capitale repubblicana Ufa hanno messo fuorilegge il Baškort, arrestando alcuni dei suoi rappresentanti come Airat Dilmukhamedov e Ramilo Saitov. Hanno istruito poi vari processi contro ogni forma di indipendentismo, ma tuttora è attiva sul territorio l’associazione dei “Patrioti del Baškortostan”.

La manifestazione pubblica più partecipata ebbe luogo il 20 febbraio 2022, prima dell’invasione, quando non era ancora tanto pericoloso protestare in pubblico. Si trattava di un flashmob con oltre 1.000 persone, che esprimevano il loro sostegno agli apicoltori baškiri, contro la cessione della riserva zoologica “Išimbajskij” a investitori stranieri, che intendevano passare alla produzione di massa del miele. I francesi interessati a tale acquisto si sono poi ritirati, a causa delle operazioni belliche.

Dopo l’inizio della guerra, qualunque forma di pubblica manifestazione è stata impedita, anche si trattava di questioni soltanto locali. Vi sono stati a Ufa dei tentativi di organizzare proteste pacifiste, ma non hanno avuto successo anche a causa della vigilanza della polizia. Quindi si è passati ai picchetti individuali, formalmente permessi dalla legge senza il consenso delle autorità, ma tutti i dimostranti sono stati subito bloccati e arrestati. In generale, il movimento nazionalista baškiro, tranne poche eccezioni, si è schierato in modo aperto contro la guerra in Ucraina.

Fin da prima delle operazioni militari, gli “aksakal” (anziani della comunità) e i leader del movimento nazionale baškiro hanno rivolto appelli alla dirigenza della Russia, per impedire l’aggressione. Alcune associazioni filo-governative, come il Kurultay mondiale dei baškiri, ha invece appoggiato apertamente le iniziative di Mosca, inserendosi nella propaganda federale. Lo stesso presidente della repubblica del Baškortostan, Radia Khabirov, ha radunato battaglioni di “volontari per la guerra” intitolati agli eroi bellici del periodo staliniano, o ad altre figure storiche come Salavat Julaev.

Mentre alcuni membri dell’amministrazione di Ufa si recavano a “combattere” in Ucraina, gli attivisti del movimento autonomista sono stati arrestati a più riprese, come avvenuto a Fail Alsinov, che ha fatto tutto l’anno dentro e fuori dalle carceri repubblicane. Tra i nomi più noti dei fautori dell’autonomia, che hanno subito arresti e repressioni, vi sono anche Rustam Amanov, Ilnur Kinisarov e Rail Abkdirov. A essi le autorità hanno imputato la colpa di aver organizzato a novembre 2020 a Karmaškala una rete di traffico di stupefacenti e di aver istigato un violento conflitto con un gruppo di armeni della zona. Tutti gli arrestati hanno poi protestato contro gli arbitri e le violenze della polizia, ma sono stati infine rinchiusi in celle d’isolamento e perfino nei manicomi psichiatrici, rendendo solo più acute le richieste di liberazione.

L’opposizione alla casta di potere in Baškortostan viene ormai condotto dall’estero, in particolare dalla Lituania. Questo rafforza la retorica di opposizione, che si rivolge sempre più alle nazioni europee e occidentali, per appoggiare l’idea di una completa indipendenza del Baškortostan dalla Russia.

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