06/05/2025, 17.50
VERSO IL CONCLAVE/24
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Tagle: da Manila al mondo, tra i poveri come via della missione

Arcivescovo emerito di Manila scelto da Francesco come pro-prefetto del dicastero per l'Evangelizzazione, il 67enne cardinale filippino è da più di vent'anni una delle figure più significative del cattolicesimo asiatico. Predicatore brillante ogni settimana da anni commenta il Vangelo in una seguitissima trasmissione tv. Per lui "la Chiesa si rinnova solo quando è missionaria, cioè testimonia il Regno di Dio in dialogo con le culture e con le altre religioni".

Milano (AsiaNews) - Un teologo stimato da tre pontefici diversi, che gli hanno assegnato incarichi di grande responsabilità. Un presule che - nonostante i suoi 67 anni - da almeno venti è una figura di spicco della Chiesa in Asia e come ex-presidente di Caritas Internationalis e pro-prefetto del dicastero per l’Evangelizzazione, ha incontrato comunità cattoliche in ogni angolo del mondo. Sono coordinate che basterebbero da sole a liquidare il chiacchiericcio (piuttosto accanito) che da giorni nel (ben poco significativo) “conclave social” circonda il cardinale filippino Luis Antonio Gokim Tagle.

Come per tutti i profili che in questi giorni abbiamo pubblicato, ad AsiaNews non interessa giocare a vaticinare se sarà o no Tagle il prossimo successore di Pietro. Ci interessa piuttosto aiutare a capire davvero chi è questo presule che milioni di filippini da anni in tutto il mondo ascoltano predicare il Vangelo attraverso la sua seguitissima rubrica televisiva settimanale The Word Exposed. E che - con il suo sorriso - li invita a farsi riconoscere come “gente di Pasqua” nella loro testimonianza cristiana.

Il vescovo “Chito” - come è conosciuto popolarmente nelle Filippine - è nato nel 1957 a Imus, nell’immensa area metropolitana di Manila, in una famiglia cattolica dove una delle nonne era un’immigrata di origini cinesi. Il futuro cardinale aveva 13 anni quando Paolo VI visitò Manila nel novembre 1970: “Tirando bene la schiena e il collo - ha ricordato nella prefazione di un libro dedicato ai viaggi di Montini - sgranai gli occhi per riuscire a vedere direttamente il papa quando la sua auto sarebbe passata davanti a noi. E alla fine arrivò: un uomo vestito di bianco, un volto che irradiava pace, gioia e serenità”.

Quel ragazzino - allora - non poteva sapere che proprio il magistero Paolo VI avrebbe segnato profondamente i suoi studi teologici. Ordinato sacerdote per la diocesi di Imus nel 1982, tre anni dopo fu inviato dal suo vescovo alla Caholic University of America a Washington dove dedicò la sua dissertazione per il dottorato proprio al tema della collegialità episcopale nel magistero e nell’azione di papa Montini. Nel 1997 sarebbe stato poi Giovanni Paolo II a nominarlo a soli 40 anni come membro della Commissione teologica internazionale, allora presieduta da Joseph Ratzinger. Mentre l’anno successivo avrebbe partecipato in qualità di esperto all’Assemblea speciale del Sinodo per l’Asia, il primo di tanti Sinodi che lo hanno visto tra i protagonisti.

Nell’ottobre 2001 sempre da Wojtyla arrivò la nomina a vescovo di Imus: a presiedere la sua ordinazione fu personalmente il card. Jaime Sin. E fu durante questo suo primo ministero episcopale che nell’ambito della Fabc - la Federazione delle Conferenze episcopali dell’Asia - ospitò nella sua diocesi nel 2009 la Giornata della gioventù asiatica, che periodicamente riunisce i giovani cattolici di tutto il continente in uno dei suoi Paesi.

Fu poi Benedetto XVI - che lo conosceva bene, avendoci lavorato insieme nella commissione teologica internazionale - a sceglierlo come arcivescovo di Manila nel 2011 e a crearlo cardinale nel suo ultimo concistoro del novembre 2012. Predicatore coinvolgente, Tagle è un uomo che sa parlare anche attraverso i gesti: nel 2016, per esempio, andò a celebrare l’Epifania nella baraccopoli di Tondo, quella della storica visita di Paolo VI. Pochi mesi dopo - alla vigilia delle elezioni da cui sarebbe uscito vincitore Rodrigo Duterte - al Giovedì Santo lavò i piedi al presidente della Commissione elettorale, per sensibilizzare rispetto al problema dei brogli. Nel 2015 aveva accolto a Manila papa Francesco nel viaggio segnato dalla folla immensa riunita per la Messa al Luneta Park. 

Eletto in quello stesso anno dall’Assemblea di Caritas Internationalis come suo presidente, ha guidato la federazione degli oltre 160 organismi ecclesiali di solidarietà fino al novembre 2022, quando papa Francesco gli ha affiancato un commissario “con l’obiettivo di migliorare le norme e le procedure di gestione”; un processo sfociato poi nell’assemblea che avrebbe eletto come successore il card. Tarcisio Isao Kikuchi, arcivescovo di Tokyo.

Nel frattempo Bergoglio da Manila nel 2019 aveva già chiamato Tagle a Roma nel ruolo cruciale di prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei popoli, il dicastero vaticano che sovrintende le diocesi dei cosiddetti territori di missione, cioè in Africa, Asia, America Latina e Oceania. Ma è lui il primo a dire che la missione, oggi, va ben al di là di una collocazione geografica: “I ‘popoli’ oggi non sono più in luoghi lontani. Possono essere i nostri familiari, i colleghi di lavoro, i follower digitali" diceva appena poche settimane fa, intervenendo al Pime. Aggiungendo che proprio l'esperienza dell'Asia mostra che "la Chiesa è rinnovata nella sua identità quando è missionaria, cioè, testimonia il Regno di Dio nel dialogo con le culture, con le religioni e con i poveri del mondo. Quando è un piccolo gregge tra le grandi tradizioni religiose e tra un popolo giovane e povero, la Chiesa cerca il rinnovamento che Gesù offre”.

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