27/05/2013, 00.00
NEPAL
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Nepal, studenti americani cacciati da un villaggio con la falsa accusa di proselitismo

di Kalpit Parajuli
Il caso preoccupa il governo. Per il ministero degli Interni si tratta di un episodio isolato. Nessun cristiano o straniero sarebbe in pericolo. Il fatto è avvenuto ieri nel villaggio di Kanchanjunga, nel nord-est del Paese. Alcuni giovani locali hanno attaccato 17 ricercatori dell'Università della California derubandoli e minacciandoli di morte.

Kathmandu (AsiaNews) - Si trasforma in un caso nazionale l'episodio di violenza avvenuto ieri a Kanchanjunga, piccolo villaggio del nord-est del Nepal, dove la popolazione ha derubato e cacciato un gruppo di giovani ricercatori statunitensi con la falsa accusa di diffondere il cristianesimo e di spiare le aziende cinesi presenti nell'area. La notizia ha scosso l'opinione pubblica, fino a spingere Navin Ghimire, segretario del ministero degli Interni, a dichiarare che "nessun cristiano e turista straniero deve avere paura in Nepal. Il Paese è sicuro e tutte le attività compiute sul nostro territorio sono protette dalla legge". Il funzionario ha garantito che le indagini sono già in corso e che le informazioni sulle persone responsabili del furto e delle minacce contro i giovani stranieri sono già al vaglio degli inquirenti.  

Il Nepal non è nuovo a casi di violenze e furti a danno di turisti e ricercatori stranieri. Il più recente risale allo scorso 28 aprile, quando un gruppo di sherpa del monte Everest ha aggredito alcuni alpinisti, fra cui l'italiano Simone Moro. Tuttavia, quello di Kanchanjunga, preoccupa il governo che teme un aumento dei furti e dei soprusi contro gli stranieri le minoranze religiose con il pretesto del proselitismo.

L'ultimo episodio si è verificato ieri mattina nella località di Hangdewa, nel distretto di Taplejung stretto fra Cina e India, e ha già fatto il giro dei media nazionali. Un gruppo di giovani del luogo ha circondato 17 studenti statunitensi, imponendo loro di consegnare tutti gli strumenti, fra cui registratori, video camere, telefoni cellulari e denaro contante. Ai passanti i teppisti raccontavano che i giovani stranieri erano spie giunte sul luogo per fare proselitismo e spiare i cinesi. Alcune persone del villaggio hanno sostenuto i locali, intimando ai 17 statunitensi di allontanarsi e di non esporre alcuna denuncia alla polizia, minacciando di ucciderli. Una volta fuggiti, i ricercatori si sono recati nella più vicina stazione delle forze dell'ordine. I poliziotti hanno recuperato parte della refurtiva e arrestato quattro giovani teppisti di età compresa fra i 14 e i 17 anni. "Stiamo cercando le altre persone legate a questo fatto increscioso - spiega Govinda Prasad Shrestha, sovrintende della polizia distrettuale - vogliamo comprendere chi si nasconde dietro a questo inspiegabile gesto".

I ricercatori statunitensi sono tutti studenti dell'Università della California. Essi erano nella regione per un progetto sulla bio-diversità. Composto di 30 persone, il gruppo era partito da Kathmandu lo scorso 23 aprile diretto nel distretto di Taplejunk.      

 

 

 

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