21/10/2010, 00.00
CINA
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Nobel a Liu Xiaobo, continua la repressione contro i dissidenti

La polizia costringe ai domiciliari attivisti e blogger, e chiude siti internet scomodi per il governo. Riappare Liu Xia, moglie del Nobel, ma soltanto su Twitter. Spariti anche Bao Tong e Ding Zilin, “padri nobili” della dissidenza cinese.
Pechino (AsiaNews) – Continua senza sosta la repressione del governo cinese nei confronti di coloro che, in qualche modo, sono collegati al premio Nobel per la pace Liu Xiaobo. Dopo la prima ondata di arresti, immediatamente successiva alla proclamazione della vittoria del dissidente cinese – docente universitario e autore del manifesto democratico Carta 08 – Pechino ha iniziato a mettere a tacere le voci contrarie al regime comunista. Lo scorso 12 ottobre è stato chiuso di imperio il famoso sito 1984bbs.com.
 
Il sito era più che altro un forum di discussione libero, che pubblicava anche notizie censurate nel resto del Paese. Il fondatore del sito, il “Segretario Zhang”, è dallo scorso 8 ottobre sotto la custodia della polizia. Secondo un messaggio inviato proprio da lui via Twitter il 19 ottobre, potrebbe tornare presto a casa. In ogni modo, per proteggere la sua famiglia, il cyber-dissidente ha rifiutato ogni richiesta di intervista e non ha intenzione di parlare della detenzione cui è sottoposto.
 
Gli agenti in borghese, sempre il 19 ottobre, si sono presentati anche nella casa di Jinan (nello Shandong) dell’attivista democratica Hou Zonglan: accusandola di aver organizzato delle celebrazioni in onore di Liu Xiaobo le hanno presentato un avviso di garanzia. Tutte queste denunce sono riportate dal Chinese Human Rights Defender, organizzazione non governativa che registra il rispetto dei diritti umani in Cina.
 
Fra le vittime di questa campagna c’è anche Liu Xia, moglie del Nobel, a cui le autorità avrebbero tagliato la connessione a internet. La donna, che non ha accuse penali pendenti, è sottoposta a un regime illegale di arresti domiciliari sin da quando il marito ha vinto il Premio. L’ultimo contatto con il mondo esterno è del 18 ottobre, quando ha scritto su Twitter: “Sono io… Non vi preoccupate”.
 
Nel mirino anche Ding Zilin, leader delle “Madri di Tiananmen”, che dal 7 ottobre risulta sparita insieme al marito. Spariti anche Jiang Qisheng e Bao Tong, ex segretario personale e amico dell’ex Segretario comunista Zhao Ziyang, epurato per essersi opposto al massacro di piazza Tiananmen.
 
Diversi altri attivisti sono tenuti sotto sorveglianza o costretti ai domiciliari (v. AsiaNews.it, 13/10/2010 Il Nobel a Liu Xiaobo e la repressione contro gli altri dissidenti). A Pechino, oggi, la polizia piantona l’abitazione dello scrittore Yu Jie e quella dell’attivista per i diritti umani Zhang Hui. Altri, inclusi nella lista del Chinese Human Rights Defender, preferiscono non essere citati.
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