Nuovo focolaio di aviaria, ma ora Pechino collabora con l'Oms
Morti quasi mille polli nella Mongolia Interna. L'Oms annuncia che, dopo due anni e mezzo di reticenza, la Cina invia campioni di sangue prelevati da volatili morti per il virus H5N1.
Pechino (AsiaNews/Agenzie) In Cina una nuova epidemia di influenza aviaria ha ucciso 985 polli. La zona interessata è la Mongolia Interna, come ha riportato ieri l'agenzia di Stato Xinhua. Intanto l'Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) ha reso noto che Pechino ha cominciato a collaborare, inviando alcuni campioni di sangue prelevati l'anno scorso da volatili infetti dal temuto virus H5N1.
In seguito alla scoperta del nuovo focolaio in un villaggio vicino alla città di Baotou, le autorità hanno ordinato la soppressione di 8990 polli per evitare ulteriori contagi. La Cina ha registrato numerosi focolai del virus e abbattuto milioni di volatili per fermarne la diffusione; esperti infatti ritengono che la malattia sia trasmessa da uccelli migratori. Il Paese ha registrato finora 14 casi mortali di influenza aviaria tra gli uomini: uno, verificatosi nel 2003, è stato confermato e reso noto solo poche settimane fa dopo test genetici.
La Cina è uno dei Paesi più colpiti dall'influenza dei polli; è stata più volte accusata di fornire all'Oms notizie in ritardo e parziali sulla presenza del virus nel suo territorio, non consentendo l'immediato intervento di esperti. Ma qualcosa sembra cambiare in questa politica. Ieri proprio l'Oms ha annunciato che una settimana fa Pechino ha inviato al Centro per il controllo delle malattie di Atlanta, Usa, i campioni di sangue di migliaia di uccelli selvatici, morti presso il lago Qinghai - nordovest del Paese - nell'aprile 2005. Michael Perdue, scienziato dell'Oms, ha dichiarato che "questi campioni, i primi provenienti dalla Cina in due e anni e mezzo, aiuteranno gli esperti a capire meglio lo sviluppo del virus".
Gli scienziati temono che il virus, di cui per ora non è confermato il passaggio uomo a uomo, possa subire mutazioni tali da generare una pandemia con milioni di morti.