24/07/2006, 00.00
CINA - THAILANDIA - INDONESIA
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Aviaria: sospetti contagi umani in Thailandia, nuovi casi in Cina

In Thailandia almeno 5 sospetti contagi umani, i primi del 2006. In Cina segnalati ancora nuovi focolai infettivi tra il pollame.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) -  Non si ferma l'influenza aviaria nel sud est asiatico. Mentre in Cina si registrano sempre nuove epidemie nel pollame, il morbo torna a manifestarsi in Thailandia.

Thailandia. Rivelati oggi 3 possibili contagi umani nella settentrionale Phichit, provincia ritenuta di "massimo rischio" dal Governo. Si tratta di due uomini di 59 e 86 anni e di un bambino di 7, ricoverati in isolamento con i sintomi tipici, in attesa delle analisi. Tutti hanno avuto stretti contatti con pollame, in zone dove è segnalata la morte improvvisa di centinaia di polli.

Surasing Wisarutarat, vice capo della Sanità della zona, ha ammonito la popolazione a non mangiare pollame. "Siamo molto preoccupati – ha detto – per i lavoratori migranti. Loro consumano molta carne di pollo e rischiano di contrarre l'influenza aviaria".

Il 21 luglio sono stati ricoverati nell'ospedale di Uttaradit con i sintomi dell'influenza un cacciatore di 67 anni e il genero di 35, che avevano mangiato prede abbattute.

A livello pubblico, mentre il Dipartimento per lo Sviluppo dell'allevamento ribadisce che "non gli risultano" casi di aviaria tra gli uccelli, Nirundorn Aungtragoolsuk, direttore dell'Ufficio per il controllo delle epidemie, ha ammesso ieri esserci "un'alta possibilità di ritorno del contagio" per le forti piogge stagionali e la diminuzione della temperatura.

Il Governo indica come zone di massimo rischio le province di Sukhothai, Phitsanulok, Suphanburi, Nakhon Pathos e Kanchanaburi, oltre alle due già ricordate. In alcune di queste province sono segnalate estese morie di polli. Nel Phitsalunok sono stati abbattuti oltre mille polli per impedire il contagio. Dalla fine del 2003 il Paese ha avuto 19 contagi umani con 13 morti, l'ultimo era stato un bambino nell'ottobre 2005 nella provincia di Kanchanaburi.

Cina. Il Ministro dell'Agricoltura ha confermato il 22 luglio un nuovo focolaio epidemico tra il pollame dello Xinjiang, presso la città di Aksu, posta in quarantena. Il virus, segnalato già il 14 luglio, ha ucciso almeno 3.045 galline, mentre 356.976 polli sono stati abbattuti per contenere il contagio.

Il mese scorso era scoppiato un contagio nella provincia dello Shanxi, nella contea di Changzi, dichiarato "sotto controllo" il 13 luglio. Nel Paese ci sono stati 35 casi focolai riconosciuti di contagio e sono stati abbattuti oltre 25 milioni di polli.

Indonesia. La vastità del territorio e la scarsa informazione della popolazione – ha ammesso il 21 luglio il vice presidente Jusuf Kalla – ostacolano la lotta contro l'influenza aviaria. In specie, allevatori e commercianti di pollame sono "riluttanti" a uccidere gli uccelli contagiati, perché ignorano la gravità del rischio e ritengono troppo esiguo il risarcimento governativo di circa 10 centesimi di dollari Usa per animale.

Proprio questo mese l'Indonesia ha raggiunto il triste primato di 42 vittime umane accertate per il morbo. (PB)

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