04/03/2021, 14.41
VATICANO
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Papa in Iraq: un viaggio di pace, riconciliazione e fratellanza (VIDEO)

di Franco Pisano

Domani Francesco parte per Baghdad. L’incontro con una “Chiesa martire” e la visita nei luoghi devastati dallo Stato islamico. La visita a Ur dei Caldei e l’incontro con Al-Sistani, guida della comunità sciita, maggioritaria nel Paese, come nel vicino Iran. Il video-messaggio di Francesco.

Città del Vaticano (AsiaNews) – Pace, riconciliazione e fratellanza. Sono le chiavi di lettura che papa Francesco dà al viaggio che da domani fino all’8 marzo lo vedrà in Iraq “per implorare dal Signore perdono e riconciliazione dopo anni di guerra e di terrorismo, per chiedere a Dio la consolazione dei cuori e la guarigione delle ferite”. Sono parole del videomessaggio diffuso oggi, alla vigilia della partenza.

Un viaggio che ha il motto: “Voi siete tutti fratelli”… tratto dal Vangelo di Matteo (23,8) e legato all’essere Francesco “pellegrino di pace”, come si legge su striscioni e cartelli affissi ovunque in Iraq. Nel messaggio Francesco si rivolge a tutti gli iracheni “che molto avete sofferto, ma non vi siete abbattuti”. Ai cristiani, ai musulmani ma anche agli yazidi “che hanno sofferto tanto” chiamandoli “tutti fratelli”. Come “pellegrino di speranza” ricorda che “da voi, a Ninive, risuonò la profezia di Giona, che impedì la distruzione e portò una speranza nuova, la speranza di Dio”. “Lasciamoci contagiare da questa speranza, che incoraggia a ricostruire e a ricominciare. E in questi tempi duri di pandemia, aiutiamoci a rafforzare la fraternità, per edificare insieme un futuro di pace. Insieme. Fratelli e sorelle di ogni tradizione religiosa”.

Come ogni visita papale, anche questa ha come primi destinatari i cristiani, quella Chiesa irachena che all’ultima udienza generale è stata chiamata “martire” da Francesco. Definizione ripetuta nel videomessaggio, dove si dice che i cristiani iracheni hanno “testimoniato la fede in Gesù in mezzo a prove durissime”. Già venerdì 5 marzo, dopo la visita protocollare al capo dello Stato e l’incontro con il mondo politico e le società civile, Francesco vedrà vescovi, sacerdoti, religiosi e laici impegnati. Per tutti loro, sicuramente, avrà parole di incoraggiamento.

Il ricordo delle “case distrutte e chiese profanate” dall’Isis, evocate dal videomessaggio sarà poi centrale, domenica 7 marzo, quando Francesco si recherà a Mosul e Qaraqosh. Dalla capitale del governatorato di Ninive, durante l’occupazione dello Stato islamico – dal 2014 al 2017 - fuggirono 120mila cristiani, mentre Qaraqosh era ed è la principale città cristiana del Paese, contro la quale l’Isis si accanì in modo particolare. Il Papa incontrerà i fedeli nella Cattedrale dell’Immacolata Concezione, che fu incendiata e vandalizzata, le statue decapitate, il campanile in parte abbattuto. Nel suo videomessaggio ricorda “le immagini di case distrutte e di chiese profanate” che gli iracheni fuggiti alla furia dell’Isis hanno ancora negli occhi, e nel cuore, “le ferite di affetti lasciati e di abitazioni abbandonate”. “Vorrei portarvi la carezza affettuosa di tutta la Chiesa, che è vicina a voi e al martoriato Medio Oriente e vi incoraggia ad andare avanti. Alle terribili sofferenze che avete provato e che tanto mi addolorano, non permettiamo di prevalere”.

Ma la visita non è solo per i cristiani. E’ un viaggio “in cerca di fraternità, animato dal desiderio di pregare insieme e di camminare insieme, anche con i fratelli e le sorelle di altre tradizioni religiose, nel segno del padre Abramo, che riunisce in un’unica famiglia musulmani, ebrei e cristiani”. Una unità evocata simbolicamente dalla sosta, sabato, a Ur dei Caldei. Qui, secondo la tradizione, Abramo, parlò per la prima volta con Dio, e da qui partirà, in obbedienza a Dio, lasciando patria e beni per andare verso una terra sconosciuta. “Da voi, millenni fa – dice nel videomessaggio - Abramo incominciò il suo cammino”, e oggi “sta a noi continuarlo, con lo stesso spirito, percorrendo insieme le vie della pace!”. E, come Abramo “camminare nella speranza e mai lasciare di guardare le stelle”. 

Ur dei Caldei - che oggi si chiama Tell al-Muqayyar - doveva essere la prima tappa del cammino che Giovanni Paolo II voleva ripercorrere in occasione del Giubileo del 2000. Gli fu impedito.

Ma quella di sabato 6 marzo sarà la giornata particolarmente segnata dall’incontro con Al-Sistani. Il 91enne Grand Ayatollah Sayyid Ali Al-Husayni Al-Sistani è il leader e la guida della comunità sciita irachena, maggioritaria nel Paese.

La visita che il Papa gli renderà va posta nel cammino di avvicinamento col mondo islamico portato avanti da Francesco. Finora tutti i passi, compreso quello fondamentale del 2019 negli Emirati arabi uniti, ha avuto come punto di riferimento il mondo sunnita, nella persona del Grande Imam di al-Azhar, Ahmad al-Tayyeb. Numerosi, ormai, gli incontri e le reciproche affermazioni di fratellanza con colui che è ritenuto la massima autorità religiosa della componente largamente maggioritaria del mondo islamico. Ma non in Iraq e, soprattutto, non in Iran.

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