13/01/2015, 00.00
SRI LANKA - VATICANO
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Papa in Sri Lanka: vivere i precetti di pace presenti nelle religioni e denunciare eventuali atti di violenza

Incontro a Colombo con i rappresentanti delle religioni del Paese. "Il dialogo farà risaltare quanto siano diverse le nostre credenze, tradizioni e pratiche. E tuttavia, se siamo onesti nel presentare le nostre convinzioni, saremo in grado di vedere più chiaramente quanto abbiamo in comune. Nuove strade si apriranno per la mutua stima, cooperazione e anche amicizia".

Colombo (AsiaNews) - La convivenza pacifica tra persone di diversa etnia e religione è un valore fondante della pace. Per tale motivo, "per il bene della pace, non si deve permettere che le credenze religiose vengano abusate per la causa della violenza o della guerra. Dobbiamo essere chiari e non equivoci nell'invitare le nostre comunità a vivere pienamente i precetti di pace e convivenza presenti in ciascuna religione e denunciare gli atti di violenza quando vengono commessi". Anche se pronunciate in un Paese, come lo Sri Lanka, da poco uscito da una guerra civile durata quasi 30 anni, le parole pronunciate oggi pomeriggio da papa Francesco nell'incontro con i capi religiosi della nazione superano evidentemente il contesto nazionale e tornano a essere un monito rivolto ai leader religiose di tutto il mondo.

Nel Bandaranaike Memorial International Conference Hall di Colombo sono presenti un migliaio di persone, in rappresentanza delle comunità religiose presenti nell'isola: buddisti (70%), induisti (12,6) musulmani (9,7) e cristiani (7,2). Anche qui, come ovunque dal suo arrivo, il Papa è accolto con calore: stamattina, al suo arrivo, la folla che si è accalcata lungo i 28 chilometri che separano l'aeroporto dalla nunziatura apostolica, almeno 300mila persone - e tanti elefanti - ha provocato un ritardo di un'ora sul programma, facendo saltare il previsto saluto ai vescovi del Paese. Al Bandaranaike Memorial International Conference Hall ci sono musiche tradizionali, un canto buddista, le benedizioni hindu e musulmana, la preghiera del Gruppo ecumenico e il discorso di un monaco buddista (nella foto).

Francesco arriva qui dopo la visita al neoeletto presidente Maithripala Sirisena e anche qui al centro del suo discorso c'è la preoccupazione di raccomandare la convivenza per dare nuova vita a un Paese che, oltre alla devastante guerra civile, ha subito anche il dramma dello tsunami del 2004.

Francesco ricorda innanzi tutto le visite compiute nel Paese da Paolo VI e da Giovanni Paolo II e ripete l'affermazione del Vaticano II sulle religioni non cristiane, là dove dice che la Chiesa cattolica "«nulla rigetta di quanto è vero e santo in queste religioni. Essa considera con sincero rispetto [quei] modi di agire e di vivere, [quei] precetti e [quelle] dottrine». Da parte mia - aggiunge - desidero riaffermare il sincero rispetto della Chiesa per voi, le vostre tradizioni e le vostre credenze. E' in questo spirito di rispetto che la Chiesa Cattolica desidera collaborare con voi e con tutte le persone di buona volontà, nel ricercare la prosperità di tutti gli srilankesi. Spero che la mia visita aiuterà ad incoraggiare ed approfondire le varie forme di collaborazione interreligiosa ed ecumenica, che sono state intraprese negli anni recenti".

"Queste lodevoli iniziative hanno offerto opportunità di dialogo, essenziale se vogliamo conoscerci, capirci e rispettarci l'un l'altro. Ma, come insegna l'esperienza, perché tale dialogo ed incontro sia efficace, deve fondarsi su una presentazione piena e schietta delle nostre rispettive convinzioni. Certamente tale dialogo farà risaltare quanto siano diverse le nostre credenze, tradizioni e pratiche. E tuttavia, se siamo onesti nel presentare le nostre convinzioni, saremo in grado di vedere più chiaramente quanto abbiamo in comune. Nuove strade si apriranno per la mutua stima, cooperazione e anche amicizia.

"Tali sviluppi positivi nelle relazioni interreligiose ed ecumeniche assumono un significato particolare ed urgente nello Sri Lanka. Per troppi anni gli uomini e le donne di questo Paese sono stati vittime di lotta civile e di violenza. Ciò di cui ora c'è bisogno è il risanamento e l'unità, non ulteriori conflitti o divisioni. Certamente la promozione del risanamento e dell'unità è un impegno nobile che incombe su tutti coloro che hanno a cuore il bene della Nazione e dell'intera famiglia umana. Spero che la collaborazione interreligiosa ed ecumenica dimostrerà che, per vivere in armonia con i loro fratelli e sorelle, gli uomini e le donne non devono dimenticare la propria identità, sia essa etnica o religiosa. Quanti modi ci sono per i seguaci delle diverse religioni per realizzare questo servizio! Quanti sono i bisogni a cui provvedere con il balsamo della solidarietà fraterna! Penso in particolare alle necessità materiali e spirituali dei poveri, degli indigenti, di quanti ansiosamente attendono una parola di consolazione e di speranza. Penso qui anche alle molte famiglie che continuano a piangere la perdita dei loro cari".

"Soprattutto, in questo momento della storia della vostra Nazione, quante persone di buona volontà cercano di ricostruire le fondamenta morali dell'intera società! Possa il crescente spirito di cooperazione tra i dirigenti delle diverse comunità religiose trovare espressione in un impegno a porre la riconciliazione fra tutti gli srilankesi al cuore di ogni sforzo per rinnovare la società e le sue istituzioni. Per il bene della pace, non si deve permettere che le credenze religiose vengano abusate per la causa della violenza o della guerra. Dobbiamo essere chiari e non equivoci nell'invitare le nostre comunità a vivere pienamente i precetti di pace e convivenza presenti in ciascuna religione e denunciare gli atti di violenza quando vengono commessi. Cari amici - la conclusione del Papa - vi ringrazio ancora per la generosa accoglienza e per la vostra attenzione. Che questo fraterno incontro confermi noi tutti negli sforzi per vivere in armonia e diffondere le benedizioni della pace".

L'incontro, al termine del quale il Papa si è intrattenuto individualmente con alcuni leader religiosi, ha concluso la prima delle tre Giornate che Francesco trascorrerà sull'isola.

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