09/10/2016, 11.08
VATICANO
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Papa: Chiediamo alla Madonna di aiutarci a comprendere che tutto è dono di Dio, e a saper ringraziare

Nella celebrazione del Giubileo mariano, papa Francesco indica Maria come modello del “saper ringraziare” e di “umiltà”.  “Spesso diamo tutto per scontato! E questo avviene anche con Dio”, “dimenticando il Donatore”. Maria “una semplice ragazza di Nazaret, che non viveva nei palazzi del potere e della ricchezza, che non ha compiuto imprese straordinarie”. Dio “chiede cose banali”.  Stranieri, “persone di altre religioni, ci danno esempio di valori che noi talvolta dimentichiamo o tralasciamo”.

Città del Vaticano (AsiaNews) – Occorre chiedere alla Madonna “di aiutarci a comprendere che tutto è dono di Dio, e a saper ringraziare”. Il “saper ringraziare” è il centro dell’omelia che papa Francesco ha pronunciato stamane davanti a centinaia di migliaia di fedeli in piazza san Pietro, radunati per il Giubileo mariano. Sull’altare l’icona di Maria, salvezza del popolo romano, a cui papa Francesco è molto devoto (v.foto). L’icona si trova nella basilica di Santa Maria maggiore, dove il pontefice si reca prima e dopo ogni viaggio apostolico.

Lo spunto per il “saper ringraziare” è preso dal vangelo di oggi (Luca 17,11-19), in cui Gesù guarisce 10 lebbrosi, ma solo uno, un samaritano, torna indietro da Lui per ringraziare. Tutti gli altri “se ne andranno per la loro strada, dimenticando però il Donatore”.

“Possiamo domandarci: siamo capaci di dire grazie? Quante volte ci diciamo grazie in famiglia, in comunità, nella Chiesa? Quante volte diciamo grazie a chi ci aiuta, a chi ci è vicino, a chi ci accompagna nella vita? Spesso diamo tutto per scontato! E questo avviene anche con Dio. È facile andare dal Signore a chiedere qualcosa, ma tornare a ringraziarlo…”.

“In questa giornata giubilare – ha aggiunto -  ci viene proposto un modello, anzi, il modello a cui guardare: Maria, la nostra Madre. Lei, dopo aver ricevuto l’annuncio dell’Angelo, lasciò sgorgare dal suo cuore un cantico di lode e di ringraziamento a Dio: «L’anima mia magnifica il Signore…»”.

L’altro elemento importante per ringraziare “occorre anche l’umiltà”.

Il papa prende ad esempio Naaman il siro (prima lettura, 2Re 5, 14-17) che guarisce dalla lebbra ubbidendo al profeta Eliseo che gli ordina di bagnarsi sette volte nel fiume Giordano. “Tale richiesta lascia Naaman perplesso, addirittura contrariato: può essere veramente un Dio quello che chiede cose così banali? Vorrebbe tornarsene indietro, ma poi accetta di immergersi nel Giordano e subito guarisce”.

“Il cuore di Maria, più di ogni altro, è un cuore umile e capace di accogliere i doni di Dio. E Dio, per farsi uomo, ha scelto proprio lei, una semplice ragazza di Nazaret, che non viveva nei palazzi del potere e della ricchezza, che non ha compiuto imprese straordinarie. Chiediamoci se siamo disposti a ricevere i doni di Dio, o se preferiamo piuttosto chiuderci nelle sicurezze materiali, nelle sicurezze intellettuali, nelle sicurezze dei nostri progetti”.

Un ultimo pensiero il pontefice lo dedica al fatto che Naaman e il lebbroso samaritano guarito sono due stranieri, estranei al popolo della Promessa. “Quanti stranieri – ha detto -  anche persone di altre religioni, ci danno esempio di valori che noi talvolta dimentichiamo o tralasciamo. Chi vive accanto a noi, forse disprezzato ed emarginato perché straniero, può insegnarci invece come camminare sulla via che il Signore vuole”.

“Anche la Madre di Dio – ha concluso -  insieme col suo sposo Giuseppe, ha sperimentato la lontananza dalla sua terra. Per lungo tempo anche Lei è stata straniera in Egitto, lontano dai parenti e dagli amici. La sua fede, tuttavia, ha saputo vincere le difficoltà. Teniamo stretta a noi questa fede semplice della Santa Madre di Dio; chiediamo a Lei di saper ritornare sempre a Gesù e dirgli il nostro grazie per i tanti benefici della sua misericordia”.

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