29/11/2016, 11.27
VATICANO
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Papa: Dio rivela il suo mistero agli umili, non ai dotti e ai sapienti

Solo i piccoli “sono capaci di capire” pienamente “ il senso dell’umiltà”, il “senso del timore del Signore”, perché “camminano davanti al Signore”, guardati e custoditi; “non l’umiltà di quello che diceva: ‘Io sono umile, ma orgoglioso di esserlo’”.

 

Città del Vaticano (AsiaNews) – Dio rivela il suo mistero agli umili, non ai dotti e ai sapienti. A coloro che “camminano davanti al Signore”, guardati e custoditi, “non l’umiltà di quello che diceva: ‘Io sono umile, ma orgoglioso di esserlo’”. L’ha detto papa Francesco nell’omelia della messa celebrata stamattina a Casa santa Marta, prendendo spunto dalla “Lode di Gesù al Padre”, di cui narra il Vangelo odierno di Luca,

Il Papa ha sottolineato la preferenza di Dio per chi sa capire i suoi misteri, non i dotti e i sapienti, ma il “cuore dei piccoli”. Anche la Prima Lettura, piena “di piccoli dettagli”, ha osservato Francesco, “va su questa strada”. Il profeta Isaia infatti parla di “un piccolo germoglio” che “spunterà dal tronco di Iesse”, e non di “un esercito” che porterà la liberazione.

E i piccoli sono i protagonisti anche del Natale. “Poi, a Natale vedremo questa piccolezza, questa cosa piccola: un bambino, una stalla, una mamma, un papà … Le cose piccole. Cuori grandi ma atteggiamento di piccoli. E su questo germoglio si poserà lo Spirito del Signore, lo Spirito Santo, e questo germoglio piccolo avrà quella virtù dei piccoli, e il timore del Signore. Camminerà nel timore del Signore. Timore del Signore che non è la paura: no. E’ fare vita il comandamento che Dio ha dato al nostro padre Abramo: ‘Cammina nella mia presenza e sii irreprensibile’. Umile. Questa è umiltà. Il timore del Signore è l'umiltà". E solo i piccoli “sono capaci di capire” pienamente “ il senso dell’umiltà”, il “senso del timore del Signore”, perché “camminano davanti al Signore”, guardati e custoditi, “sentono che il Signore dà loro la forza per andare avanti”. E’ questa la vera umiltà.  “Vivere l’umiltà, l’umiltà cristiana, è avere questo timore del Signore che – ripeto – non è paura, ma è: 'Tu sei Dio, io sono una persona, io vado avanti così, con le piccole cose della vita, ma camminando nella Tua presenza e cercando di essere irreprensibile'. L’umiltà è la virtù dei piccoli, la vera umiltà, non l’umiltà un po’ di teatro: no, quella no. L’umiltà di quello che diceva: ‘Io sono umile, ma orgoglioso di esserlo’. No, quella non è la vera umiltà. L’umiltà del piccolo è quella che cammina alla presenza del Signore, non sparla degli altri, guarda soltanto il servizio, si sente il più piccolo … E’ lì, la forza”.

E’ “umile, molto umile” anche la ragazza che Dio “guarda” per “inviare Suo Figlio”, e che subito dopo va dalla cugina Elisabetta, e non dice nulla “di quello che era accaduto”. L’umiltà è così”, ha ripetuto Francesco, ”camminare nella presenza del Signore”, felici, gioiosi perché “guardati da Lui”, ”esultanti nella gioia perché umili”, proprio come si narra di Gesù nel Vangelo odierno. “Guardando Gesù che esulta nella gioia perché Dio rivela il suo mistero agli umili, possiamo chiedere per tutti noi la grazia dell’umiltà, la grazia del timore di Dio, del camminare nella sua presenza cercando di essere irreprensibili. E così, con questa umiltà, possiamo essere vigilanti nella preghiera, operosi nella carità fraterna ed esultanti di gioia nella lode”.

 

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