20/02/2014, 00.00
VATICANO
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Papa: "Gesù a Pietro e ai suoi apostoli non ha detto 'Conoscimi!' ha detto 'Seguimi!'

Per rispondere alla domanda "'Chi è Gesù per noi?' - non è sufficiente quello che noi abbiamo imparato nel catechismo". "Non è uno studio di cose che è necessario, ma è una vita di discepolo".

Città del Vaticano (AsiaNews) - "Gesù a Pietro e ai suoi apostoli non ha detto 'Conoscimi!' ha detto 'Seguimi!'. E sempre Gesù si conosce seguendolo, prima che studiandolo. Lo ha detto papa Francesco all'omelia della messa celebrata questa mattina a Casa santa Marta, ricordando la domanda "chi sono io per voi", posta da Gesù stesso agli apostoli.

Il Papa, riferisce la Radio Vaticana, ha preso spunto dalla figura di Pietro che il Vangelo del giorno ritrae contemporaneamente nelle vesti di "coraggioso" testimone - colui che alla domanda di Gesù agli Apostoli: "Chi dite che io sia per voi?", afferma: "Tu sei il Cristo" - e subito dopo in quelle di avversario, quando ritiene di dover rimproverare Gesù che ha appena annunciato di dover soffrire e morire, per poi risorgere. "Tante volte Gesù si rivolge a noi e ci domanda: 'Ma per te chi sono io?'", ottenendo "la stessa risposta di Pietro, quella che abbiamo imparato nel catechismo". Ma non basta. "Sembra che per rispondere a quella domanda che noi tutti sentiamo nel cuore - 'Chi è Gesù per noi?' - non è sufficiente quello che noi abbiamo imparato, studiato nel catechismo, che è importante studiarlo e conoscerlo, ma non è sufficiente. Per conoscere Gesù è necessario fare il cammino che ha fatto Pietro: dopo questa umiliazione, Pietro è andato con Gesù avanti, ha visto i miracoli che Gesù faceva, ha visto il suo potere, poi ha pagato le tasse, come gli aveva detto Gesù, ha pescato un pesce, tolto una moneta, ha visto tanti miracoli del genere. Ma, a un certo punto, Pietro ha rinnegato Gesù, ha tradito Gesù, e ha imparato quella tanto difficile scienza - più che scienza, saggezza - delle lacrime, del pianto".

Pietro chiede perdono a Gesù e nonostante ciò, dopo la Risurrezione, si sente interrogare per tre volte da Lui sulla spiaggia di Tiberiade, e probabilmente nel riaffermare l'amore totale per il suo Maestro piange e si vergogna nel ricordare i suoi tre rinnegamenti. "Questa prima domanda - 'Chi sono io per voi, per te?' - a Pietro, soltanto si capisce lungo una strada, dopo una lunga strada, una strada di grazia e di peccato, una strada di discepolo. Gesù a Pietro e ai suoi apostoli non ha detto 'Conoscimi!' ha detto 'Seguimi!'. E questo seguire Gesù ci fa conoscere Gesù. Seguire Gesù con le nostre virtù, anche con i nostri peccati, ma seguire sempre Gesù. Non è uno studio di cose che è necessario, ma è una vita di discepolo".

Ci vuole "un incontro quotidiano con il Signore, tutti i giorni, con le nostre vittorie e le nostre debolezze". Ma è anche "un cammino che noi non possiamo fare da soli". È necessario l'intervento dello Spirito Santo. "Conoscere Gesù è un dono del Padre, è Lui che ci fa conoscere Gesù; è un lavoro dello Spirito Santo, che è un grande lavoratore. Non è un sindacalista, è un grande lavoratore e lavora in noi, sempre. Fa questo lavoro di spiegare il mistero di Gesù e di darci questo senso di Cristo. Guardiamo Gesù, Pietro, gli apostoli e sentiamo nel nostro cuore questa domanda: 'Chi sono io per te?'. E come discepoli chiediamo al Padre che ci dia la conoscenza di Cristo nello Spirito Santo, ci spieghi questo mistero".

 

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