02/02/2007, 00.00
VATICANO
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Papa: dai religiosi una “risposta totale e definitiva, incondizionata e appassionata a Dio”

Nel giorno dedicato alla vita consacrata, Benedetto XVI esorta i religiosi a dare testimonianza dell’amore di Dio e ad essere segno di contraddizone nel mondo di oggi. E in tanti testimoniano fino al martirio.
Città del Vaticano (AsiaNews) – Dare una “risposta totale e definitiva, incondizionata e appassionata a Dio” e al tempo stesso essere, come Gesù, “segno di contraddizione” e “testimoni che Dio è amore”. Sono le persone che hanno consacrato la loro vita a Dio, nella descrizione che ne ha fatto Benedetto XVI oggi pomeriggio, nel giorno che ricorda la presentazione di Gesù al tempio, dedicata alla vita consacrata, “settore vitale della Chiesa”.
 
In una basilica affollata da migliaia di religiosi e religiose, entrati all’inizio della celebrazione con le candele che simboleggiano la luce divina, il Papa, al termine del rito, in un suo discorso ai presenti ha sostenuto che nel mondo di questo tempo “spesso disorientato ma sempre più alla ricerca di un senso”, il religioso offrendo “una risposta senza riserve a Dio” e scegliendo povertà, castità e obbedienza, mostra che “ogni attaccamento ai beni e incapace di saziare il cuore.
Testimone di amore, il religioso è perciò, al tempo stesso “segno di contraddizione”, perché il suo modo di pensare e di vivere è in contrasto con la vita come è presentata dai mezzi di comunicazione
Ciò assume un valore particolare in questo nostro tempo, nel quale “è diffuso soprattutto tra i givani il desidero di incontrare Dio”.
 
E’ il compito al quale rispondono le “tante persone che in ogni angolo della terra continuano ad offrire una fedele testimonianza di amore a Dio e ai fratelli, testimonianza che non raramente si tinge del sangue del martirio”, “esempio che continua a suscitare in tanti giovani in desiderio di serivre Cristo”.
 
Benedetto XVI ha anche fatto riferimento ai “tempi difficili che stiamo vivedo” e nei quali “non pochi isitituti” possono avverire una sensazione di smarrimento, ma “il bambino Gesù che oggi viene presentato al tempio è vivo tra noi” e “invisibilmente ci sostiene”.
Nella contempazione e nell’attività, ha concluso, nella solitudine e nella comunità “siante pronti a testimoniare che Dio è amore” e “Maria vi insegni a trasmettere agli uomini e alle donne di oggi queso amore divino che deve trasparire nelle vostre parole e nelle vostre azioni”.
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