20/06/2016, 11.30
VATICANO
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Papa: giudicare spetta solo a Dio, noi prima di giudicare “guardiamoci allo specchio”

“Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio di tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio?”. Giudicare è volersi mettere al posto di Dio, “per questo è tanto brutto giudicare”. “E anche, il mio giudizio è un povero giudizio; gli manca qualcosa di tanto importante che ha il giudizio di Dio, gli manca la misericordia”.

 

Città del Vaticano (AsiaNews) – Giudicare spetta solo a Dio. Quanto a noi, dobbiamo ricordare che “il modo, la misura con la quale giudichiamo sarà la stessa” con la quale saremo giudicati e che prima di giudicare bisogna “guardarsi allo specchio”. L’ha detto papa Francesco, nella messa celebrata stamattina a casa Santa Marta, prendendo spunto dal “Non giudicate, per non essere giudicati” del Vangelo di oggi (Matteo 7,1-5).

Nell’ultima messa con omelia prima della pausa estiva, il Papa ha osservato che tutti speriamo che nel giorno del Giudizio “il Signore ci guardi con benevolenza, che il Signore si dimentichi di tante cose brutte che abbiamo fatto nella vita”. E se “tu giudichi continuamente gli altri con la stessa misura tu sarai giudicato”. Il Signore, ha proseguito, ci chiede dunque di guardarci allo specchio. “Guardati allo specchio, ma non per truccarti, perché non si vedano le rughe. No, no, no, quello non è il consiglio! Guardati allo specchio per guardare te, come tu sei. ‘Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio di tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio?’ O come dirai a tuo fratello ‘Lascia che tolga la pagliuzza dal tuo occhio’, mentre nel tuo occhio c’è la trave?’ E come ci qualifica il Signore, quando facciamo questo? Una sola parola: ‘Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello’”.

Si vede, ha evidenziato il Papa,  che il Signore “un po’ si arrabbia qui”, ci dà degli ipocriti quando ci mettiamo “al posto di Dio”. Questo è quello che il serpente ha convinto a fare ad Adamo ed Eva: “Se voi mangiate di questo, sarete come Lui”. Loro, ha detto, “volevano mettersi al posto di Dio”. “Per questo è tanto brutto giudicare. Il giudizio solo a Dio, solo a Lui! A noi l’amore, la comprensione, il pregare per gli altri quando vediamo cose che non sono buone, ma anche parlare loro: ‘Ma, senti, io vedo questo, forse…’ Ma mai giudicare. Mai. E questa è ipocrisia, se noi giudichiamo”.

Quando giudichiamo “ci mettiamo al posto di Dio”, ma “il nostro giudizio è un povero giudizio”, mai “può essere un vero giudizio”. “E perché il nostro non può essere come quello di Dio? Perché Dio è Onnipotente e noi no?” No, è “perché al nostro giudizio manca la misericordia. E quando Dio giudica, giudica con misericordia”. “Pensiamo oggi a questo che il Signore ci dice: non giudicare, per non essere giudicato; la misura, il modo, la misura con la quale giudichiamo sarà la stessa che useranno con noi; e, terzo, guardiamoci allo specchio prima di giudicare. ‘Ma questa fa quello… questo fa quello…’ ‘Ma, aspetta un attimo…’, mi guardo allo specchio e poi penso. Al contrario sarò un ipocrita, perché mi metto al posto di Dio e, anche, il mio giudizio è un povero giudizio; gli manca qualcosa di tanto importante che ha il giudizio di Dio, gli manca la misericordia. Che il Signore ci faccia capire bene queste cose”.

 

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