15/09/2010, 00.00
VATICANO
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Papa: riconciliazione e rispetto per la libertà religiosa nell'Asia del sud

Appello di Benedetto XVI preoccupato per le violenze anticristiane. Nel discorso per l'udienza generale illustra la figura di santa Chiara, un'altra delle donne coraggiose e ricche di fede verso le quali la Chiesa è debitrice per il contributo dato al suo rinnovamento.
Città del Vaticano (AsiaNews) - Le violenze scatenatesi in alcuni Paesi e segnatamente in "India, in Pakistan e in Afghanistan" sono seguite "con preoccupazione" dal Papa che, in un appello ha detto: "prego per le vittime e chiedo il rispetto della libertà religiosa e la logica della riconciliazione e della pace prevalgano sull'odio e sulla violenza".
 
L'appello di Benedetto XVI ha concluso l'udienza generale di oggi, caduta alla vigilia della partenze del Papa per la Gran Bretagna. Una visita importante e complessa che proseguità fino a domenica.
 
Nell'odierno appuntamento in Vaticano, per la terza volta il Papa ha parlato di una donna del Medio Evo, santa Chiara di A ssisi, "una delle sante più amate". "La sua testimonianza ci mostra quanto la Chiesa tutta sia debitrice a donne coraggiose e ricche di fede come lei, capaci di dare un decisivo impulso per il rinnovamento della Chiesa".
 
Chiara, ha ricordato, nata nel 1193 in una famiglia aristocratica e ricca, rinunciò a tutto per adottare la forma di vita che san Francesco proponeva, e a 18 anni, "con gesto coraggioso", scelse di farsi suora, accolta personalmente dal santo di Assisi.
 
"Soprattutto all’inizio della sua esperienza religiosa ebbe in Francesco non solo un maestro, ma anche un amico fraterno". Fatto, l'amicizia, che si è verificato anche per altri santi: "quando due anime pure e infiammate per l’amore con Dio si incontrano traggono dall’amicizia uno stimolo fortissimo per percorrere la via della perfezione. L’amicizia è uno dei sentimenti umani più nobili ed elevati che la grazia divina purifica e trasfigura".   
Resistendo alle pressioni della sua famiglia, Chiara si stabilì nel convento di san Damiano, ove visse per 40 anni, fino alla morte, nel 1253.
 
Della sua vita in convento, abbiamo, tra l'altro, la descrizione "ammirata" di un vescovo,
Giacomo di Vitry, il quale afferma di aver trovato "un grande numero di uomini e donne, di qualunque ceto sociale che lasciata ogni cosa per Cristo, fuggivano il mondo. Si chiamavano frati minori e sorelle minori e sono tenuti in grande considerazione dal signor papa e dai cardinali… Le donne … dimorano insieme in diversi ospizi non lontani dalle città. Nulla ricevono, ma vivono del lavoro delle proprie mani. E sono grandemente addolorate e turbate, perché vengono onorate più che non vorrebbero, da chierici e laici".
 
Il vescovo, ha commentato Benedetto XVI "aveva colto la radicalità della povertà associata alla fiducia totale nella Provvidenza divina".
 
Di santa Chiara il Papa ha anche sottolineato che "agì con grande determinazione, ottenendo il cosiddetto privilegium paupertatis", per il quale "non potevano possedere alcuna proprietà materiale. Innovazione rispetto al diritto di quel tempo". "Ciò mostra come anche nei secoli del Medio Evo il ruolo delle donne non era secondario, ma considerevole" e Chiara "è la prima donna nella storia della Chiesa che scrisse una regola scritta sottoposta all’approvazione del Papa, perche il carisma di Francesco fosse conservato in tutte le comunità femminili che si andavano stabilendo numerose già ai suoi tempi e che desideravano ispirarsi all’esempio di Francesco e di Chiara".
  "Chiara si nascondeva; ma la sua vita era rivelata a tutti. Chiara taceva, ma la sua fama gridava”. "Sono i santi - ha concluso il Papa - coloro che cambiano il mondo in meglio, lo trasformano in modo duraturo, immettendo le energie che solo l’amore ispirato dal Vangelo può suscitare. I santi sono i grandi benefattori dell’umanità".
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