07/05/2008, 00.00
VATICANO
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Papa: udienza generale “ecumenica”, presente anche il capo della Chiesa armena

Benedetto XVI ha voluto accanto a sé Karekin II, che sta compiendo una visita alla Santa Sede. In uno scambio di saluti sottolineata la speranza nel cammino verso la piena unità. Questa sera il concerto dell’orchestra filarmonica di Pechino. L’ambasciata cinese sollega l’evento con le Olimpiadi e con un “miglioramento” dei rapporti col Vaticano. Nuovo appello alla solidarietà per il Myanmar.
Città del Vaticano (AsiaNews) – La speranza per l’unità dei cristiani ha segnato l’udienza generale di oggi, caratterizzata dalla presenza, accanto al Papa, del capo della Chiesa armena, il “catholikos” Karekin II, che sta compiendo una visita alla Santa Sede.
 
L’intera udienza ha così avuto un’impronta fortemente ecumenica all’incontro. Il Papa ha accolto con un abbraccio Karekin sul sagrato della basilica e lo ha voluto accanto per tutta la durata dell’udienza, cominciato con uno scambio di saluti tra Benedetto XVI e Karekin. La preghiera per l’unità dei cristiani è così risuonata nelle parole di Benedetto XVI e del catholikos. Il Papa ha in particolare sottolineato i “buonissimi rapporti” tra le due Chiese e si è detto sicuro che “lo spirito di Giovanni Paolo II sta pregando per l’unità”.
 
La presenza del catholikos, che è accompagnato da 18 vescovi e da un gruppo di fedeli, degli armeni giunge infatti nell’ambito di un progressivo riavvicinamento tra le due Chiesa, iniziato all’inizio del Concilio Vaticano e che ha avuto un forte impulso durante il pontificato di Giovanni Paolo II che nel 2001 visitò anche il Paese. Lo ha ricordato Karekin, sottolineando le “comuni preghiere” allo Spirito Santo perché proseguano “i passi” verso la piena unità. “Siamo tutti figli dell’unico Padre e siamo tutti fratelli e sorelle”. Facendo un riferimento alle differenze teologiche tra cattolici ed armeni, Karekin ha aggiunto che “intolleranza e contrapposizioni non possono essere permesse all’interno delle nostre Chiese”. Incomprensione e terrorismo, ha proseguito, gettano sconforto nel mondo, specialmente in Medio Oriente. Ricordando il genocidio degli armeni e le sofferenze del suo popolo, ha concluso sostenendo che nella verità e nell’unità dei cristiani c’è la speranza della pace. Un nuovo abbraccio col Papa ed uno struggente canto armeno hanno concluso questa prima parte dell’udienza.
 
Ribadendo quanto espresso nel saluto a Karekin, Benedetto XVI, rivolgendosi alle 40mila persone presenti in piazza San Pietro, ha parlato di “gioia” per la posibilità di accogliere il capo della Chiesa rmena, “la sua presenza – ha proseguito - ci ravvia nella speranza delll’unità di tutti i cristiani”. Il Papa ha poi ricordato “l’indimenticabile visita compiuta” da Karekin nel 2000 a Roma, subito dopo la sua elezione. “Incontrandolo Giovanni Paolo II gli consegnò una insigne reliquia di San Giovanni l’Illuminatore”, un “padre” di quella Chiesa della quale ha sottolineato “l’impegno per il dialogo”. Benedetto XVI si è detto “certo che l’attuale visita contribuirà ad intensificare i rapporti che esistono tra le nostre Chiese” ed a “far avanzare la speranza sulla strada dell’ecumenismo”. Il Signore, ha aggiunto ancora, “non ci abbandona mai nel cammino” e negli “sforzi per superare ogni lacerazione nel tessuto vivo della Chiesa”.
 
Banedetto XVI ha quindi reso grazie “per i traguardi raggiunti nel cammino che conduce alla piena comunone di tutti i discepoli di Cristo” ed è tornato infine a raccomandare l’esortazione alla preghiera per l’unità rivolta ai cattolici durante il recente viaggio negli Stati Uniti.
 
La’odierna giornata del Papa, segnata questa mattina da un passo nel cammino dell’unità dei cristiani avrà in certo modo un seguito questa sera. Per la prima volta un’orchestra della Cina popolare, la China Philarmonic Orchestra di Pechino, terrà un concerto in Vaticano, alla presenza dello stesso Benedetto XVI.
 
Un evento la cui reale portata è difficile da valutare e che l’Ufficio politico e stampa dell’ambasciata cinese a Roma ha così definito: “Questo spettacolo è un’iniziativa degli scambi culturali, speriamo esprimere con la musica l’entusiasmo e l’aspettativa del Popolo Cinese alle Olimpiadi di Pechino, auspichiamo che la musica costituisca un ponte di comprensione reciproca e di comunicazione fra l’Oriente e l’Occidente. Sarà il nostro piacere se questo spettacolo possa contribuire un’influenza positiva al miglioramento delle relazioni sino-vaticane”. 
Al termine dell’udienza, il Papa ha infine rinnovato un appello davanti al “grido di dolore e di aiuto per la cara popolazione del Myanmar”, rinnovando l’esortazione “ad aprire il cuore alla pietà e alla generosità” a “quanti possono alleviare le sofferenze” della popolazione.
 
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