25/03/2008, 00.00
ASIA
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Pasqua in Asia, fra persecuzione e speranza

I vescovi asiatici parlano ai loro fedeli di violenza e secolarismo, guerra e persecuzione, ma ricordano come Cristo risorto combatte tutto questo per far vincere l’amore.
Hong Kong (AsiaNews) – La persecuzione, il secolarismo, la guerra e l’ingiustizia si scontrano, e perdono contro l’amore e la verità di Cristo morto e risorto. E’ il tema trattato dai vescovi asiatici nei loro messaggi di Pasqua, rivolti ai fedeli nei giorni scorsi: nonostante i tanti mali del mondo moderno, la speranza di Cristo risorto è la cura per le malattie delle società moderne.
 
Da Hong Kong, il card. Zen scrive: “Vedendo le ferite di Gesù, i discepoli capiscono: beati sono i perseguitati. Comprendono che la salvezza non viene dal potere o dalla forza, ma dal sacrificio e dall’amore. La Pasqua non è soltanto un giorno: trovate il tempo per andare in chiesa e sedervi accanto al cero pasquale, aprite la Bibbia. Lasciate che Gesù risorto vi spieghi i suoi insegnamenti, così come fece ai due discepoli sulla strada per Emmaus”.
 
D’altra parte, riprende, “se questi insegnamenti sono difficili, se le circostanze sfidano la nostra fede, non dovete avere paura! Ascoltate Gesù che dice a me, che dice a tutti: la Pace sia con voi”.
 
Dalla Corea del Sud, ogni vescovo ha indirizzato un messaggio alla propria diocesi. Il card. Nicholas Cheong Jin-suk, arcivescovo di Seoul, ricorda come “tramite la sua resurrezione, Cristo dimostra che la verità, la giustizia e l’amore trionfano sempre. Siate testimoni di questo miracolo, oggi ed ogni giorno della vostra vita”.
 
L’arcivescovo di Daegu, mons. John Choi Young-soo, attacca invece l’edonismo e l’estremo egoismo che affliggono la società coreana: “I valori della Chiesa vengono minati dal secolarismo arbitrario che colpisce tutto. Dobbiamo aprire il nostro cuore alla benedizione della Resurrezione, cura per le nostre anime”.
 
Molto diversa la situazione del Pakistan, dove la comunità cristiana combatte una guerra fisica per la sopravvivenza. Il p. Yaqoob Yousaf, da Faisalabad, racconta ad AsiaNews: “Ogni anno cerchiamo di raccoglierci in questo periodo con i fedeli, ma ora la situazione è pericolosa e quindi abbiamo cambiato i piani”.
 
Per evitare violenze ed attacchi, “la processione pasquale è stata limitata all’interno della chiesa: tuttavia, chiediamo a Dio protezione ed affidiamo a Lui la nostra vita. Grazie a questo, abbiamo visto tantissime persone venire a celebrare la Via Crucis, segno che la speranza non si è spenta”.
 
Situazione simile anche in Sri Lanka, martoriato da una lunghissima guerra civile. Il vescovo anglicano di Colombo, Duleep de Chickera, scrive ai suoi fedeli: “Le celebrazioni di Pasqua nel nostro amato Paese, devastato da violenza ed ingiustizia, ci portano speranza. Cristo è risorto dai morti, e questo testimonia che la morte non vince”.
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