18/08/2005, 00.00
COREA DEL NORD - COREA DEL SUD
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Arcivescovo di Seoul: appello per la libertà religiosa in Corea del Nord

di Thomas Hongsoon Han
Davanti a 20 mila fedeli mons. Cheong Jin-suk, arcivescovo di Seoul ed Amministratore apostolico di Pyongyang, chiede libertà religiosa per il Nord, chiave di volta per la struttura sociale del Paese.

Seoul (AsiaNews) – La mancanza di libertà religiosa in Corea del Nord è la causa principale della povertà e dell'arretratezza della popolazione ed i fedeli cristiani devono offrire ferventi preghiere affinché si possa svolgere attività pastorale nel Nord. E' il senso dell'omelia pronunciata ieri da mons. Cheong Jin-suk, arcivescovo di Seoul ed Amministratore apostolico di Pyongyang, in occasione della messa commemorativa del 160mo anniversario dell'ordinazione sacerdotale del primo sacerdote e martire coreano, S. Andrea Kim Dae-gon.

Mons. Cheong ha concelebrato insieme a molti sacerdoti provenienti da diverse diocesi della Corea davanti a 20 mila fedeli gremiti nello stadio olimpico di Seoul. La messa ha commemorato anche il 50mo anniversario dell'introduzione a Seoul della Legione di Maria.

Durante il suo discorso il presule ha cercato di leggere il significato delle persecuzioni eseguite contro la nascente Chiesa cattolica durante l'intero '800 dal punto di vista economico-sociale. Spiegando proprio le attività di S. Andrea Kim, santo patrono dei sacerdoti coreani, lo ha definito "il primo intellettuale moderno della Corea" che conosceva la civiltà occidentale oltre a parlare francese, latino e cinese. "Il suo martirio – ha detto - è stato una grande perdita non soltanto per la Chiesa ma anche per la Corea".

Il prelato ha sottolineato che la politica di chiusura adottata alla fine dell'ultimo Regno coreano – che ha scatenato le severe persecuzioni nei confronti della Chiesa – è stata la causa principale dell'arretratezza economico-sociale del paese ed ha espresso la convinzione che, con una libera politica religiosa, la Corea avrebbe potuto evitare la colonizzazione giapponese.

Mons. Cheong ha poi confrontato la situazione della Corea dell'800 con quella attuale della Corea del Nord. L'attuale situazione di sottosviluppo economico-sociale del regime di Pyongyang, secondo il presule, attesta a quale risultato porta la mancanza di libertà religiosa. "Prima della Divisione – ha detto - vi erano 52 parrocchie e 50 mila fedeli nel Nord, mentre nel Sud vi erano circa 100 mila fedeli. Dopo il 1949, anno in cui Mons. Hong Yong-ho e tutti gli altri sacerdoti sono, nessun sacerdote è rimasto vivo nel Nord".

Quindi mons. Cheong ha lanciato un forte appello per la libertà religiosa nel Nord, condividendo con i fedeli la sua preoccupazione pastorale in qualità di Amministratore apostolico, ed ha chiesto loro di offrire "ferventi preghiere" perché possa svolgere l'attività pastorale nel Nord in modo effettivo quanto prima e di essere sempre pronti ad andare al Nord in eventuale occasione favorevole per l'evangelizzazione. I fedeli, a loro volta, hanno riposto con voce unanime "Sì", confermando in questo modo la loro ferma determinazione per la missione evangelizzatrice "da compiere in ogni circostanza".
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