12/06/2007, 00.00
TURCHIA
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Patriarca Bartolomeo: solo benefici si possono avere dall’unità e carità di Cristo

In occasione della festa per il suo onomastico, il patriarca ecumenico rievoca la figura del suo predecessore, Gregorio V, impiccato nel 1821 dai turchi, per rivendicare il diritto alla libertà religiosa.
Istanbul (AsiaNews) – L’unità dei cristiani ed in particolare degli ortodossi è stata al centro dei pensieri del patriarca ecumenico Bartolomeo I anche nella cerimonia per la ricorrenza del suo onomastico (11 giugno), che ha visto accorrere ad Istanbul fedeli di tutto il mondo e varie autorità.
 
“Solo benefici si possono trarre dall’unità e carità di Cristo”, ha infatti risposto il Patriarca, rispondendo all’augurio indirizzatogli a nome del Sacro Sinodo dal metropolita Perghis Evanghelos, uno degli ultimi grandi intellettuali usciti dalla grande scuola teologica di Chalki, il quale ha sostenuto che grazie alla abnegazione di Bartolomeo “è stato di nuovo esaltato il ruolo ecumenico della Sede Patriarcale”. “Nostro primo dovere, al capo del Patriarcato Ecumenico – ha risposto Bartolomeo I - è l’unità di tutti i cristiani ortodossi. Per questa unità non ci stancheremo mai di lavorare giorno e notte con tutto il nostro sinodo”.
“Vogliamo assicurare a tutti – ha proseguito – che solo benefici si possono trarre dall’unità e la carità in Cristo. E benché si lavora in continuazione a favore dell’unità di tutti non dovremmo mai dimenticare che la nostra grande Santa madre Chiesa in Cristo rappresenta di per se stessa l’unità, l’unità in Cristo.
E se l’unità di tutto il mondo non si è ancora realizzata, ciò è dovuto soltanto alla resistenza degli uomini di accogliere l’amore di Cristo, nostro Signore, il quale ci ha dato tutto perché si realizzi l’unità e la salvezza degli uomini”.
 
“Certo – ha detto ancora - siete al corrente del travagliato cammino, un cammino sempre in salita e pieno di spine del nostro Patriarcato Ecumenico. Siamo però convinti che seguendo sempre le orme di Nostro Signore verso la croce, vedremo la nostra resurrezione, sia quella personale che quella della Santa Madre grande Chiesa di Cristo. E in questo cammino verso la croce non ci sentiamo soli . Sentiamo la presenza e il sostegno di tutti i nostri predecessori, quei grandi Padri della Chiesa e di tutti i Santi della grande terra della Cappadocia. E ci attrae per il suo amore in Cristo il martirio del Patriarca Gregorio V”. (Gregorio V è stato impiccato nel 1821 per rappresaglia contro la guerra di indipendenza dei greci. Riferimento abbastanza significativo di come in precedenza, durante l’ impero ottomano, malgrado le varie avverse congiunture politiche ci fosse una certa tolleranza verso le minoranze non musulmane, n.d.r.).
 
Il Patriarca ha infine rilevato che nella nostra epoca “mentre si osserva a livello mondiale una nostalgia verso la tradizione ortodossa e il suo messaggio di fede, noi siamo chiamati attraverso la responsabilità della Sede Patriarcale Ecumenica a mostrare che è la persona del Nostro Signore il filo conduttore di tutti i nostri pensieri e visioni. E cerchiamo di dimostrare questo in vario modo, non solo verso il mondo ortodosso, ma anche a tutte le Chiese sorelle e a tutte le varie organizzazioni internazionali, avendo come riferimento il faticoso modello apostolico. Perché così si venga a conoscere, anche a chi lo ignora, il vero volto del nostro Signore, senza pregiudizi di razza, lingua e origine nazionale”. (NT)
 
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