02/08/2017, 08.55
CINA
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Pechino, espulso dal Partito un ispettore anti-corruzione: è corrotto anche lui

di Wang Zhicheng

Si tratta di Zhang Huawei, vice-ministro del Gruppo di ispezione centrale. La Commissione centrale per le ispezioni disciplinari del Partito parla di “oscurità che si nasconde sotto la luce”. Senza democrazia, la lotta anti-corruzione di Xi Jinping è una guerra perduta in partenza.

Pechino (AsiaNews) - Una delle più alte personalità del Gruppo di ispezione centrale è stata espulsa dal Partito comunista cinese dopo che un’inchiesta ha rivelato che egli aveva sfruttato la sua posizione per ricevere bustarelle.

Secondo la dichiarazione della Commissione centrale per le ispezioni disciplinari (Ccid) del Partito, pubblicata oggi, Zhang Huawei, ispettore a livello di vice-ministro, ha “perduto i suoi ideali e convinzioni” e danneggiato la reputazione della Commissione.

La Ccid aveva lanciato l’ispezione sull’ufficio di Zhang nell’aprile scorso. Secondo la rivista Caixin egli sarebbe indagato per illeciti finanziari.

Da quando è al potere, il presidente Xi Jinping ha lanciato una lotta contro la corruzione all’interno del Partito per colpire “tigri e moscerini”, alte personalità e piccoli quadri. Per Xi una riforma anti-corruzione è una questione di “vita o di morte” per il governo del Partito comunista cinese.

Sebbene molti osservatori facciano notare che questa campagna abbia motivi politici, diretta contro i nemici di Xi Jinping, essa ha avuto un certo successo.

Nel 2014 lo stesso Zhang Huawei e il suo ufficio sono riusciti a svelare la corruzione del governo del Liaoning, che per anni ha gonfiato le cifre del suo budget per mostrare falsi successi nella sua economia e due anni dopo ha smascherato sempre nel Liaoning uno scandalo su una compravendita di voti per essere eletti all’Assemblea nazionale del popolo.

Ma la lotta alla corruzione ad opera di commissioni composte dallo stesso corrotto Partito è una guerra perduta già in partenza. Molti dissidenti hanno sempre invocato la democrazia come unico metodo per combattere la corruzione.

La Ccid continua a lottare contro la corruzione all’interno delle sue stesse strutture, lamentando “oscurità che si nasconde sotto la luce”.

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