01/07/2015, 00.00
CINA
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Pechino, una nuova legge sulla sicurezza nazionale per “proteggere” la propria sovranità

La legge è stata adottata quasi all’unanimità. Prevede un rafforzamento del potere del governo centrale su temi sensibili come l’informazione e internet. Analisti denunciano un possibile inasprimento del controllo del Partito comunista. La nuova norma ufficialmente non si applica direttamente a Hong Kong e Macau.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) - Difendere la sovranità nazionale e gli interessi della Cina ma anche mantenere la stabilità sociale e politica. Queste le motivazioni ufficiali che hanno portato stamattina l’Assemblea nazionale del Popolo cinese ad approvare una nuova legge sulla sicurezza nazionale che copre un ampio spettro di temi. Tra i più importanti, difesa, finanza, scienza e tecnologia, cultura e religione. I media ufficiali di Stato riferiscono che la legge vuole “proteggere gli interessi fondamentali del popolo cinese” mentre analisti indipendenti lamentano la vaga definizione dei campi in cui si applicherà e temono che rafforzerà il controllo del governo. Rimane aperta la questione della sua applicazione anche ad Hong Kong e Macau.

La stragrande maggioranza dell’Assemblea ha votato oggi a favore della nuova legge. Su 155 membri infatti, 154 si sono espressi per il sì e uno solo si è astenuto. Zheng Shuna, vice-direttore della Commissione Affari legislativi dell’Assemblea, riferisce all’agenzia statale Xinhua che la “legge era necessaria per fronteggiare sfide alla sicurezza della nazione sempre crescenti. Noi siamo sottoposti ad una duplice minaccia: dall’esterno, il Paese deve difendere la sua sovranità e sviluppare i propri interessi; all’interno, deve mantenere la sicurezza politica e la stabilità sociale”. “Ogni governo deve rimanere saldo e non lasciare spazio a compromessi e interferenze quando deve proteggere i suoi interessi primari. E la Cina non fa eccezione”, continua la donna.

Oltre alla sicurezza del Paese, altro elemento chiave è il controllo del cyberspazio. La legge prevede che la Cina dovrà rendere internet, la tecnologia informatica e i sistemi di informazione in settori chiave “sicuri e controllabili”. Tale compito spetterà al Partito comunista cinese, la cui leadership viene posta in primo piano nella legislazione. Il Partito dovrà stabilire “un sistema di leadership per la sicurezza nazionale centralizzato, efficiente e autoritario”.

Se non esiste alcun dubbio sulla centralità del governo sul territorio nazionale, analisti sollevano perplessità sull’applicazione del nuovo testo ai Territori speciali di Hong Kong e Macau. Zheng ha dichiarato che la legge non si applicherà in modo automatico nelle due regioni amministrative speciali, ma subito dopo ha aggiunto che i due Territori hanno l’obbligo - in base alla Basic Law - di approvare una propria legislazione per garantire la sicurezza nazionale.

“La legge sulla sicurezza nazionale non rientra nell’Allegato n.3 della Basic Law - che comprende sei norme nazionali su privilegi diplomatici, acque territoriali e inno - ma l’articolo 23 della stessa Legge prevede che Hong Kong e Macau adottino liberamente norme che garantiscano la sicurezza della nazione”, ha affermato. L’articolo 23 impone ad Hong Kong di approvare leggi locali in materia di tradimento, sedizione, secessione e segreti di Stato. Bandisce inoltre ogni attività di organizzazioni politiche straniere e proibisce a gruppi locali di stabilire contatti con movimenti politici all’estero.

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