18/05/2012, 00.00
INDIA – ITALIA
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Per la polizia del Kerala, marò responsabili di omicidio e tentato omicidio

È quanto si legge nei documenti presentati alla corte di Kochi dallo Special Investigation Team (Sit). In essi, indicato anche il luogo esatto dell’incidente, ma non si cita la perizia balistica. Entro 20 giorni i marò saranno trasferiti in una guest house.

Trivandrum (AsiaNews/Agenzie) - Omicidio e tentato omicidio: sono questi i capi di accusa presentati oggi dalla polizia del Kerala alla corte di Kochi contro i marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, unici indagati per l'uccisione di due pescatori indiani, il 15 febbraio scorso. I documenti arrivano 89 giorni dopo l'arresto dei fucilieri del Battaglione San Marco, fermati il 19 febbraio scorso, e in tempo per la scadenza dei 90 giorni di custodia giudiziaria. Una volta passato questo termine, è possibile concedere la libertà su cauzione. Intanto, è atteso nei prossimi 20 giorni il trasferimento dei marò in una struttura diversa dal carcere, probabilmente una guest house.

L'incidente è avvenuto al largo della costa del Kerala. I due militari erano a bordo della petroliera italiana Enrica Lexie come guardie di sicurezza, e avrebbero sparato scambiando il peschereccio indiano per pirati. Le due vittime erano Jelestein, 45 anni, e Ajesh Binki, 25 anni.

In origine, lo Special Investigation Team (Sit) guidato dal commissario di polizia MR Ajith Kumar aveva presentato documenti contenenti diversi capi d'imputazione, in base agli art. 302 (omicidio), 307 (tentato omicidio), 427 (comportamento pericoloso che provoca danni) e 34 (associazione a delinquere) del Codice penale indiano. La corte ha però ammesso solo i primi due.

Inoltre, nei documenti il Sit indica che l'incidente è avvenuto a 22 miglia nautiche dalla costa di Neendakara, nella cosiddetta "zona contigua". Un dato diverso da quello sostenuto nel primo rapporto (Fir - First Information Report), in cui si affermava che il luogo del fatto era a 33 miglia dalla costa indiana, in piene acque internazionali.

Il 25 aprile scorso, i familiari hanno raggiunto un accordo economico extragiudiziario con il governo italiano, che prevedeva il risarcimento di 10 milioni di rupie (circa 145mila euro) a testa, in cambio del ritiro dalle cause civili in cui figuravano come parte lesa.

 

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